mercoledì 29 luglio 2009

Romano Nervoso


Che scoperta. Rock band italiana in Belgio. Romano Nervoso. La loro canzone Mangia Spaghetti è un coltello affondato nel lercio dell'italianità più squallida. Inizia con la voce di Berlusconi che dichiara: "ho troppa stima per l'intelligenza degli italiani per credere che ci possono essere in giro tanti coglioni che votano per il proprio disinteresse". Da ascoltare in loop. Un aggettivo per definirli: stridenti. Usano un linguaggio a metà fra leggenda del rock e spasso metropolitano, 'Cos tonight you rocked with Italian Stallions, dice la didascalia di una loro foto su Myspace. Gente che si prende veramente sul serio. Cantano in inglese e in italiano. Spopolano nei locali. Il 4 Settembre apriranno il Wardin Rock Festival. A Bastogne.

Gli Allocchi


Nella tempesta di scandali sessuali che si abbattevano nelle settimane scorse su Berlusconi, seguiti con compiacimento e inflessibilita' dalla stampa internazionale, Frattini e Ghedini hanno dichiarato, convinti che le parole vadano via col vento, che Patrizia D'Addario ha un mandante, dal quale e' stata profumantamente pagata per dichiarare il falso. Un concetto che contiene due errori marchiani.

Il falso non e' stato dichiarato perche' le intercettazioni ambientali che Patrizia D'Addario ha fatto a casa di Berlusconi la notte del puttaneggiamento sono inequivocabili. Berlusconi, indirettamente, ha confermato, da perfetto Quaquaraqua che non riesce a tenere il becco chiuso dinanzi a nulla, dichiarando "non sono un santo" e le intercettazioni della D'Addario "mi hanno fatto fare una gran bella figura da amatore".

Ma soprattutto. Patrizia D'Addario non e' stata pagata da nessuno, sono disposto a giocarmi le palle. Non giurerei, invece, che Patrizia D'Addario abbia architettato tutto da sola, senza suggeritori o mandanti.

Solo uno scemo puo' pensare che una donna che, portando prove documentali, va a infilarsi in una tempesta giudiziaria e mediatica di portata internazionale, accetta di esporsi alle investigazioni incrociate di Avvocati del Diavolo e Servizi Segreti, si faccia pagare da qualcuno, macchiando la sua credibilita' in origine.

Gli allocchi non arrivavano a prefigurare una strategia che la D'Addario, o chi per lei, ha architettato: banale, squallida, misera, che pure aveva il tratto della linearita', ma evidentemente non alla portata del Ministro degli Esteri e dell'Avvocato del Diavolo. Con la popolarita' enorme che la D'Addario ha guadagnato in seguito allo scandalo, le si sono spalancate le porte dello show business in 5 minuti. Leggo sul
Corriere che pubblichera' un libro ed e' pronta a organizzare serate, feste, eventi, non solo in Italia ma anche all'estero. Tradotto: una pioggia di soldi. E non le mancheranno, i soldi, anche perche' due allocchi dal nome che finisce in -ini, due sciagurati diminutivi, hanno fatto delle dichiarazioni da sbandati e sborseranno bei soldi per la querela che si sono beccati.

Certo che la D'Addario ha agito per soldi. Ma i soldi li sta ottenendo dopo, non prima. Capirlo era cosi' complicato? Ma questo e' sintomatico del fatto che le capacita' umane di chi governa in Italia sono ridicole: gente completamente fuori dal mondo e completamente fuori di testa.

venerdì 24 luglio 2009

La classifica di Luglio

1. Olivia Ruiz, Elle Panique
2. U2, Magnificent
3. Depeche Mode, Peace
4. Indochine, Little Dolls
5. Rettore, Lamette

'O gallo 'ncoppa 'a munnezza


Luigi De Magistris, ex magistrato che ha fatto fortuna e sfortuna con inchieste sui fondi europei finiti alle mafie, finito sull'altare una prima volta dopo aver tracciato i percorsi dei soldi da Bruxelles a politica e mafia, nella polvere una prima volta quando quelle inchieste gli sono state tolte forzatamente. Ora è finito sull'altare una seconda volta: è stato nominato presidente della Commissione di Controllo del Bilancio del Parlamento Europeo. Controllerà, in estrema sintesi, come vengono spesi i fondi europei, vigilerà che non finiscano in mani mafiose, ancora.

De Magistris è napoletano. Un classico caso di gallo 'ncoppa 'a munnezza. Ha preso mezzo milione di voti alle elezioni europee. Cosa c'era di meglio di lui, in lista?

Sono amico di Debora Serracchiani, su Facebook, s'intende. E' parecchio attiva. Bombarda ogni giorno i suoi amici di post sulle sue attività politiche al Parlamento Europeo, sulle interviste che le fanno tg, talk show, blog, sui suoi interventi a conferenze del Partito Democratico, sulla presentazione del suo libro. Apprendo oggi, infatti, che ha scritto un libro, Il Coraggio che Manca.

Ogni passo di Debora Serracchiani, viene sezionato, fatto a pezzi, interpretato e ricomposto da quelli che la seguono su Facebook. Le contestano una marea di cosine e cosette: dovrebbe candidarsi a Segretario del PD per rappresentare i giovani, dovrebbe brillare di luce propria e non auto-offuscarsi, schierandosi con personaggi logori come Franceschini, Rutelli, Binetti e Fassino, dovrebbe schierarsi invece a favore di Beppe Grillo, o magari dovrebbe passare con Di Pietro, o forse dovrebbe appoggiare Ignazio Marino, e comunque come si permette di pubblicare un libro? Dovrebbe prima dimostrare quanto vale e poi scrivere un libro! Dovrebbe pensare a dimostrare quanto vale e non a fare soldi con gli instant books!

Ma dove vivete?, mi viene da chiedere.

Non sarà certo colpa vostra, ma forse non vivete in quel paese nel quale la politica è spietatamente corrotta, logora, inefficiente, vecchia, collusa, autoreferenziale, succube di una finanza e di un'industria anacronistiche? Non vivete, per caso, in quel paese nel quale lo Stato è talmente debole che tratta e convive con la mafia, anzichè combatterla? Quel paese il cui primo ministro è nella lista dei dieci leader politici peggiori del mondo?

Scusate ma è più utile una Debora Serracchiani che si mette in coda dietro Beppe Grillo e Antonio Di Pietro e ne riflette le quotidiane gustose pappardelle, oppure una Debora Serracchiani schierata nello stesso campo con gli impresentabili Binetti, Rutelli e Fassino, con i quali è chiaro che lei non ha nulla da spartire ma appunto con la sua freschezza, chiarezza e pulizia fa da contrappeso alle boiate di questi vecchi Proci (proci, non porci) che hanno corrotto la corte di Ulisse in attesa che un nuovo Berlinguer arrivi a guidare la sinistra?

In altre parole, vi rendete conto che Debora Serracchiani è un altro gallo 'ncoppa 'a munnezza? E vi fa schifo? Barack Obama è diventato presidente dopo il disastro di Bush. Gallo 'ncoppa 'a munnezza pure lui. Ma, a quanto pare, è così che si diventa grandi.

giovedì 23 luglio 2009

Obama Chiama Blogger

My good friend Barack Obama e' sotto pressione per la riforma sanitaria, in discussione in queste settimane al Congresso. E cosa fa, il presidente degli Stati Uniti, quando e' sotto pressione per una riforma alla quale tiene in modo particolare? Chiama i responsabili dei blog piu' influenti degli Stati Uniti per invitarli a discutere la riforma sanitaria e si mette a disposizione per alcune domande. Evidentemente Obama ritiene una conference call con i blogger e un post sui social networks piu' efficaci di un negoziato con le lobby e i responsabili delle assicurazioni sanitarie, che sono il suo principale ostacolo alla sua riforma per una copertura sanitaria nazionale. Perche'?

Radio, giornali e tv tradizionali hanno costi stellari e questi costi sono finanziati da un editore e dalla pubblicita', cioe' in fin dei conti dalla politica e dall'industria, che spiega perche' radio e tv tradizionali filtrano le notizie e le rendono inaffidabili o da reiterpretare, nella migliore delle ipotesi. Un blog come questo costa zero. Un blog come quello di Beppe Grillo, il piu' seguito in Italia, e l'
Huffington Post, il piu' influente negli Stati Uniti, hanno un bilancio migliaia di volte inferiore rispetto a una rete televisiva ma hanno potenzialmente la stessa diffusione. Non hanno bisogno di un editore ne' di pubblicita' per sopravvivere. Sono piu' liberi e flessibili dei media tradizionali.

E Obama fa affidamento soprattutto sulle voci piu' libere e flessibili per fare comunicazione sulla sua riforma sanitaria perche' sa che i commenti del Washington Post sono potenzialmente ispirati da industrie farmaceutiche e assicurazioni sanitarie, quelli dell'Huffington Post sono ispirati invece dal libero pensiero dei blogger e dagli interessi dei comuni cittadini. Obama sa che potra' perdere al Congresso perche' le lobby e le assicurazioni possono sempre corrompere i senatori, ma con una efficace campagna di comunicazione non perdera' popolarita' presso quelle fasce di popolazione che si informano da Internet e non da giornali e tv. E questo, dal suo punto di vista, conta molto.

L'Huffington Post, dicevamo. Ha recentemente pubblicato la lista dei 10 peggiori leader politici del mondo: 1, Ali Khamenei, Iran. 2, Abdallah bin Abd al Aziz al Saud, Arabia Saudita. 3, Kim Jong Il, Corea del Nord. 4, Robert Mugabe, Zimbabwe. 5, Omar al-Bashir, Sudan. 6, Than Shwe, Birmania. 7, Muammar Al-Gheddafi, Libia. 8, Hugo Chavez, Venezuela. 9, Silvio Berlusconi, Italia. 10, Hu Jintao, Cina.

Altri guai per Obama: il Direttore della Sanità Regina Benjamin, che lui ha nominato, e' obesa, sovrappeso di 20 chili, e in queste settimane e' attaccata da tutti i giornali: "come avere un cocainomane all'antidroga", hanno commentato alcuni giornalisti. La spietatezza di certi intellettuali. In Italia in parlamento siedono condannati per associazione mafiosa, il primo ministro ha corrotto un avvocato per comprarsi l'esito favorevole di un processo e la nave va... alla deriva...

martedì 14 luglio 2009

Sto Scioperando


E' di oggi la notizia che Microsoft mettera' gratis online, dal 2010, un'applicazione popolarissima come Office. Perche' lo fa? Ha almeno tre buoni motivi: primo, Office ha esaurito il suo ciclo di sviluppo, ormai e' un'applicazione stabile per la quale Microsoft ha smesso di investire, quindi puo' permettersi di ricavare zero da un prodotto che ormai costa zero; secondo, ha finalmente realizzato di essere in un mercato concorrenziale: il maggiore concorrente di Microsoft non e' Google o Apple, ma i milioni di versioni piratate di Windows e Office che circolano nel mondo: per fare la concorrenza a Google, Apple e ai pirati, bisogna smettere di pagare multe miliardarie alla Commissione Europea per violazione della concorrenza e mettersi a inventare prodotti nuovi e a basso prezzo; terzo, non trascurabile, migliora la reputazione dell'azienda, da sempre antipatica ai naviganti per la scarsa trasparenza dei suoi sistemi operativi, oltre che per l'esercizio di posizione dominante nel mercato.

Hanno capito, a Microsoft, che i soldi che non arriveranno da Windows e Office, verranno presto dalla pubblicita', perche' Internet sta lentamente abbandonando il ruolo di media d'elite e inesorabilmente imponendosi come media preferito dalla massa: un mercato quasi totalmente vergine per la pubblicita'.

Il web e' un mondo semplice: Microsoft, Google, Apple ci mettono l'infrastruttura; i naviganti ci mettono i contenuti; il risultato e' una combinazione che richiedera' ai naviganti sempre un minimo di Q.I. perche', per quanto si possa semplificare l'infrastruttura, le sinapsi che collegano il neurone al dito per cliccare sull'icona devono essere di pronta reattivita', quindi tutti i decerebrati che vedono i programmi della De Filippi in tv sono esclusi.

Passiamo a altro: il peer-to-peer ormai e' legale nel mondo. L'ha accettato la Commissione Europea, lo accettano le case discografiche, scaricare musica e film per uso privato e' lecito. La notizia non e' mai arrivata all'Eliseo di Parigi, dove dicono che viva barricato un eremita, tale Sarkozy, il quale come l'ultimo dei giapponesi continua a fare la guerra ai downloaders quando la guerra e' finita da un pezzo.

Infine, terzo argomento: 14 luglio, presa della Bastiglia,
sciopero dei bloggers italiani. Io non sciopero perche', nonostante questo blog sia in linuga italiana, risiedo in Belgio. Scioperano per contestare una proposta di legge che il ministro della Giustizia in persona si e' ingegnato di scrivere: impone l'obbligo di rettifica ai blogger che pubblicano contenuti ritenuti offensivi o diffamanti, con pesantissime sanzioni pecuniarie. Scrivere "Berlusconi e' uno stronzo" costera' caro, insomma, e poi dovra' essere rettificato: "Berlusconi e' un oronzo".

Al di la' del discorso sulla liberta' di espressione...

Microsoft ha imparato la lezione: meglio mettere Office gratis online che far circolare milioni di cd con copie piratate di Office; le case discografiche hanno imparato la lezione: meglio lasciar la musica libera di circolare col download gratis online che spendere milioni in avvocati cercando di tagliare la testa a un fungo mentre ne spuntano altri mille tutt'intorno; il ministro della Giustizia italiano non ha capito invece che lasciar circolare le idee gratis online e' meglio che spendere milioni in avvocati cercando di colpire un povero blogger, sperando di educare milioni di naviganti che sul web si esprimono in mille forme: foto, blog, forum, chat, video, social networking.

Il povero ministro della Giustizia, come il povero giapponese all'Eliseo di Parigi, ignorano la potenza della stessa infrastruttura che cercano di regolare: e' impossibile controllare e reprimere il flusso di milioni di informazioni che si incrociano sul web ogni giorno (comunque, gia' adeguatamente censurate da aziende come Facebook e Youtube), a meno che non ti chiami Iran o Cina: il problema e' che Google e Youtube in Cina sono nati col filtro. Alfano, semplicemente non ha il senso della misura: ha comprato una museruola per un cane, chissa' cosa pensera' quando gli diranno "ministro, il cane non era uno, sono milioni".

venerdì 10 luglio 2009

Paese-Emergenza

I giornali esteri sono sorpresi, in questi giorni, dalle capacita' organizzative degli italiani. Da un punto di vista della logistica e delle infrastrutture sono riusciti a organizzare il G8 in modo impeccabile, nonostante la zona sia terremotata e la decisione dello spostamento dalla Sardegna sia stata improvvisa e piuttosto recente. Il New York Times conclude: l'Italia e' un paese piu' abituato a gestire le emergenze che strategie di lungo periodo. Mai conclusione fu piu' azzeccata. Mi viene da pensare a cosa potrebbe diventare l'Italia se, oltre a essere efficace nella gestione delle emergenze, fosse altrettanto brillante nella gestione delle strategie di lungo periodo economiche, sociali, politiche, industriali, nelle infrastrutture, nell'energia.

Questo personaggio del 2000, Gianpaolo Tarantini, che organizzava a Giovinazzo festacce nelle quali si pippavano autostrade di coca, pare che grazie all'amicizia con Berlusconi fosse entrato nel magico e dorato mondo della gestione dell'emergenza, vale a dire in quel giro di imprese nelle grazie della Protezione Civile, che notoriamente non fa gare per l'assegnazione di appalti per lavori urgenti, bensi' le sceglie da una lista apposita, nella quale sono state inserite da misteriose mani, secondo misteriosi criteri: c'e' stata una frana, un incendio, un terremoto? Bisogna ricostruire un ponte, un aeroporto, una citta'? La Protezione Civile non perde tempo, chiama un'impresa dalla sua lista magica e il lavoro e' presto fatto. Se mettiamo questi fatti uno dietro l'altro e li ricombiniamo, si capisce perche' l'Italia e' un paese indegno.

1. tutto parte dalla politica, che sceglie di evitare la pianificazione di strategie di lungo periodo. Persino quando decide di pianificare, poi infrange le regole che essa stessa si da', come per esempio a Roma dove approva un Piano Regolatore, poi lascia costruire edifici residenziali in zone destinate a edilizia sportiva in vista dei Campionati del Mondo di Nuoto; la magistratura se ne accorge e mette tutto sotto sequestro e la politica approva una deroga, fa dissequestrare tutto e i lavori continuano, gli affari si concludono, i patti segreti si rispettano.

2. in assenza di pianificazione territoriale, in assenza di regole per le situazioni infrastrutturali critiche, in assenza del rispetto dei criteri antisismici per le costruzioni come e' stato dimostrato a L'Aquila, le calamita' naturali si trasformano in disastri inconcepibili, abbattendosi come stragi sugli innocenti: un terremoto di media entita' distrugge una citta' di 80mila abitanti e ne uccide 3mila; la piena del fiume Sarno uccide 160 persone e cancella due cittadine; un treno carico di gas sfreccia a 90 km/h, di notte, a Viareggio, deraglia, esplode, uccide 24 persone e devasta un intero quartiere.

3. dopo il disastro, interviene la Protezione Civile, sempre piu' somigliante a un'agenzia funebre con potere di appalto. Vigili del fuoco, ambulanze, tendopoli in un primo momento. Poi, bisogna far presto, si chiamano le imprese per la ricostruzione, dalla lista magica, magari quell'impresa con il certificato antimafia, assegnato da un politico poi scopertosi connivente con la mafia, quindi equivalente a un certificato pro-mafia; o magari l'impresa suggerita dal lobbista Tarantini, che magari non meriti tecnici ma ha sborsato un ricco onorario al lobbista, col quale il lobbista organizzara' poi festacce tra Giovinazzo e la Costa Smeralda, nelle quali potra' sniffare altre autostrade di coca.

4. evidentemente in un sistema di questo tipo un imprenditore qualunque, per esempio nel settore energia, cerca di scazzottare con i suoi concorrenti e entrare nella lista magica della Protezione Civile per la gestione delle emergenze, per esempio per ricostruire centrali laddove avvengono incidenti per penuria di fondi per la manutenzione, incidenti che hanno una probabilita' incomparabilmente maggiore di accadere rispetto a una pianificazione energetica nazionale finalmente strutturata, per la quale magari l'imprenditore puo' aspettare anni, decenni, accumulare e stratificare fior di debiti in attesa del via libera a costruire cose magari innovative, pulite e rinnovabili come una
centrale energetica ad aquiloni oppure una centrale a onde marine.

Riepilogando: la politica non fa strategie; in assenza di strategie accadono i disastri; la Protezione Civile, emanazione della politica, gestisce i disastri; le imprese fanno a gara per entrare nel business della gestione dei disastri; si crea un cortocircuito politica-business mediato da rampanti "lobbisti" alla Tarantini; lo status-quo del vizio della gestione dell'emergenza soffoca l'alternativa virtuosa, basata su pianificazione e meritocrazia.

martedì 7 luglio 2009

Plan-Canicule, Hittegolfplan

Per iniziativa del Collegio del Sindaco e degli Assessori, il comune di Etterbeek ha adottato un Piano-Canicola al fine di proteggere meglio la sua popolazione in caso di forte caldo. Basito e incredulo ho raccolto dalla cassetta della posta questo foglietto, con tanto di stemma del comune di Etterbeek, nel quale risiedo, intitolato Come affrontare la canicola?

Etterbeek, Belgio. Canicola = 28 gradi. Canicola = due giorni di calduccio seguiti da pazzi orages.

L'Istituto Reale di Meteorologia ha previsto la canicola per tempo e hanno potuto riunirsi, monsieur le bourgmestre e gli assessori, e hanno stilato un testo che non lascia spazio a improvvisazioni. Che si rischia quando fa troppo caldo? Disidratazione, aggravarsi di malattie croniche, crampi, stordimenti, debolezza, insonnia. Che fare, ordunque? Cessare tutte le attivita', rinfrescarsi, riposarsi in un ambiente fresco e bere acqua.

Consigli da seguire. Proteggersi dal caldo. Evitare di uscire nelle ore piu' calde. Se proprio dovete uscire, vestite abiti leggeri e di colori chiari. In casa, restate nelle camere piu' fresche. Se non avete camere fresche in casa, recatevi nei posti pubblici climatizzati: supermercati, cinema, musei. Fate piu' volte la doccia durante la giornata. Bevete piu' possibile. Non bevete alcol.

E non trascurate il pericolo di colpo di calore. Si manifesta con aggressivita' inusuale, pelle calda rossa e secca, mal di testa, nausea, sonnolenza, confusione, convulsioni, perdita di coscienza, pericolo di morte. A 28 gradi.

Mi viene in mente quel pomeriggio di Agosto, a Siracusa, c'erano 46 gradi e trovammo riparo nell'Orecchio di Dionisio, guardare la pietra bianca dell'anfiteatro incendiava gli occhi. O quell'altro pomeriggio di Agosto, 7 chilometri a piedi nelle campagne da Maglie a Melpignano, infestate da cani randagi, per raggiungere la Notte della Taranta, di domenica, 42 gradi, non c'erano treni, non c'erano bus, facemmo il carico d'acqua a una fontana alla periferia di Maglie, non per berla ma per scolarcela in testa durante la camminata e vederla evaporare.

venerdì 3 luglio 2009

Go back to fascist Italy


Barack Obama e' mio amico, su Facebook, e quotidianamente mi aggiorna sulle sue iniziative. Ultimamente pare aver preso molto sul serio la riforma della sanita' e a tutti i suoi amici su Facebook uno di questi giorni ha ricordato che e' in corso il dibattito al Congresso per l'approvazione della riforma e ha esortato: ti sei ricordato di chiamare il tuo rappresentante al Congresso per sollecitarlo a votare si' alla riforma? Non avendo un rappresentante al Congresso USA, poiche' io ho cittadinanza italiana ma risiedo in Belgio, mi sono limitato a lasciare un commento sul Facebook del mio amico Barack, scrivendo qualcosa come finalmente vi siete decisi a rendere la sanita' pubblica anche da voi, vedrete che e' buono e non ve ne pentirete. Anche negli USA gli stronzi non mancano e subito ho ricevuto una mail da un tizio che sinteticamente mi invitava: go back to fascist Italy!

Ma io, almeno oggi, non ho voglia di tornare nella fascista Italia. Me ne sto in Belgio un altro po': non perche' il sistema di potere basato su Berlusconi sia antipatico: semplicemente la qualita' della mia vita in Italia in questo momento sarebbe peggiore che in Belgio. Il mercato immobiliare e' gonfiato in modo pazzesco e la speculazione edilizia e' continuamente sostenuta da provvedimenti politici, quindi sarebbe impossibile comprare una casa a prezzi accessibili. Sarebbe impossibile trovare un lavoro nel mio settore perche' si tratta di alte tecnologie, non molto sviluppate in Italia, e poi si accede nelle aziende non per merito e sulla base del curriculum ma per conoscenza, raccomandazione, corruzione. Le citta' sono molto piu' inquinate che in Belgio, il traffico in molte grandi citta' e' completamente fuori controllo mentre a Bruxelles ha una sua razionalita', i mezzi pubblici in Italia fanno schifo, i rifiuti si inceneriscono con gravi rischi per la salute, mentre in Belgio si fa la raccolta differenziata porta a porta e si ricicla il 90% della materia riciclabile.

Berlusconi e il suo strapotere hanno fatto precipitare la qualita' della vita in Italia, e' vero. Ma chi si oppone a Berlusconi non ha mai dimostrato di potere e volere stravolgere le cose. Per esempio, appena una persona come Debora Serracchiani, (come Barack Obama, mia amica su Facebook), grintosa giovane avvocato con un certo carisma e un seguito notevole, si affaccia in politica, viene respinta dalla meglio gioventu': D'Alema in testa, una pattuglia di politicanti di mestiere, in politica da prima che la Serracchiani nascesse, le rovesciano sul capo una marea di rimbrotti, richiami, ammonizioni, strigliate, ramanzine, prediche, rimproveri. Segno che, come sostiene
Marco Travaglio, la Serracchiani non sapra' scegliere gli amici ma i nemici sa sceglierli benissimo.