Il fiume Zenne, che attraversa Bruxelles e si trascina via tutti gli scarti di vita e di produzione della capitale belga, confluisce nei fiumi Rupel e Schelde; quest'ultimo attraversa le Fiandre, la citta' di Anversa, e sfocia nel Mare del Nord. Per dieci giorni le acque di scarto di oltre un milione di bruxellesi si sono riversate nel fiume Zenne senza essere filtrate, sono confluite quindi nello Schelde, hanno attraversato Anversa appestandone l'aria, e sono sfociate nel gia' marron-grigio Mare del Nord, vanificando cosi', probabilmente, il risultato di anni di lento processo di depurazione dei corsi d'acqua belgi.
Evelyne Huytebroeck, ministro dell'Ambiente della Region Bruxelles Capitale, ha attirato le ire dell'intera comunita' fiamminga. I valloni, al solito, se ne sono fregati. La notizia, sui loro giornali, e' comparsa come tappabuchi nelle ultime pagine. Le due comunita' sono isolate in compartimenti stagni, salvo ogni tanto mandare in avanscoperta qualche temerario che sui giornali o nei blog raccontera', come nel mondo di Quark, "come vivono i fiamminghi?" praticamente sconosciuti ad appena 10 chilometri da casa loro.
In ogni caso, la povera Evelyne Huytebroeck s'e' trovata, impotente, al centro di una faccenda dal sapore molto belga. Aquiris, la societa' francese che gestisce il depuratore delle acque bruxellesi, ha deciso di fermare l'impianto perche' l'eccesso di sabbie trasportate nelle acque di scarico e' potenzialmente dannoso per i filtri.
Il giorno dopo Evelyne Huytebroeck avvisa i reponsabili politici di Bruxelles e delle Fiandre a vari livelli. Omette di avvisare tutti, anche perche' solo per contattare le decine di organi rappresentativi (fra parlamenti, commissioni e sottobosco politico esiste quasi un organo rappresentativo per ogni cittadino belga) impiegherebbe una settimana. Poi parte per Copenaghen, il vertice sul clima. E, in sua assenza, viene additata dai fiamminghi furibondi come reponsabile numero uno del disastro ambientale.
In tutto questo i veri colpevoli, i francesi di Aquiris, declinano ogni responsabilita': e' stato individuato un errore di costruzione nell'impianto, la colpa non e' loro se la sabbia nelle acque bruxellesi e' eccessiva e i filtri ne risultano danneggiati e vanno cambiati troppo spesso. I francesi di Aquiris mi hanno ricordato quei bidelli della scuola media che ci dicevano di non usare il bagno altrimenti loro avrebbero dovuto pulirlo.
Il depuratore ha riaperto dieci giorni dopo, senza che sia cambiato nulla nella quantita' di sabbie presenti nelle acque bruxellesi, nella costruzione del depuratore, nei filtri, nonche' nella vita politica belga. Chi paga? Forse Evelyne Huytebroeck sara' costretta a dimettersi. Di sicuro i poveri operai del depuratore, che hanno dovuto sgombrare i cancelli di uscita del depuratore dai quintali di detriti non filtrati che, ormai dopo 10 giorni, li ostruivano quasi completamente.
Una faccenda tipicamente belga. La solita miriade di sottopotenti politici belgi che si fanno la guerra fra loro. La multinazionale straniera che di punto in bianco ti lascia, e' il caso di dire, nella merda, per motivi oscuri. Il tempo che passa e nessuno che prende una decisione. La qualita' della vita che subisce un'altra lieve flessione in un paese operoso e potenzialmente ricco e pacifico.