martedì 13 ottobre 2009

Vedrete di Che Pasta Sono Fatto


"È tutto reale, è tutto vero. Non c'è niente di inventato. Niente di quello che vedi nello show è finto, è semplicemente controllato". The Truman Show.

Un mio amico tedesco, buon lettore di quotidiani britannici, paragona Berlusconi a Putin e gli elettori italiani ai russi. Secondo lui le masse che votano e sostengono questi due boss allergici alla democrazia sono animate da una subcultura della sopraffazione, scarsamente documentata nei saggi di politologia ma ben presente sugli schermi televisivi, che si traduce squallidamente in voglia di un leader macho; che piaccia o no, i russi sono orgogliosi del loro Putin che tratta da pari a pari con i potenti del mondo, agita le risorse energetiche come minaccia e difende con sanguinose guerracce i confini della Grande Russia, incurante dei diritti umani; allo stesso modo, gli italiani sono orgogliosi del loro Berlusconi che ha vinto non so quante Coppe dei Campioni, puo' permettersi puttane di alto bordo e nel tempo libero siede al tavolo di un grigio G8 e lo rianima facendo il pagliaccio.

Diciamo la verita', alla stampa estera ha sempre fatto comodo sputtanare l'Italia, azzoppare l'immagine di un paese concorrente fa parte dello sporco gioco del capitalismo, e' successo decine di volte e l'Italia non manca mai di offrire un buon pretesto per farsi sputtanare, dalle Brigate Rosse alle stragi mafiose. Spesso si tratta di campagne poco informate, che puntano piu' al sensazionalismo che a capire veramente i fenomeni italiani.

Tuttavia una campagna internazionale come questa su Berlusconi, cosi' unanime e, soprattutto, cosi' robustamente documentata, non si era mai vista. Per una volta sembra che l'obiettivo di influenzare i mercati o le strategie politiche sia solo secondario. L'interesse principale sembra essere la contestazione di un regime che sta chiudendo un paese in un recinto di isolamento, non solo a livello culturale e di immagine, con un primo ministro che non si mostra ben disposto verso le regole democratiche e il rispetto dei diritti umani, ma anche da un punto di vista economico, con una pericolosa esclusione dai ricchi giochi dei mercati internazionali, a causa di debito pubblico sproporzionato, conti pubblici in disordine, ansie protezionistiche, scarsi investimenti in ricerca e sviluppo.

In forme moderne, anche l'Italia di oggi e' una dittatura. Non si tratta di una dittatura tradizionale e l'articolo sull'Observer di domenica scorsa di
Nick Cohen ne descrive i punti chiave: "il boss tollera le critiche finche' non raggiungono le masse; in un paese nel quale la tv rappresenta la sola fonte di informazione per oltre l'80% della popolazione, il controllo della tv e' perfettamente compatibile con il mantenimento di riserve indiane di opposizione sotto stretto controllo. E Fini", che agli italiani antiberlusconiani oggi da' l'illusione di essere una ragionevole e salutare alternativa come primo ministro, "non rinuncera' di sicuro a un sistema di controllo e censura in cui lo Stato boicotta i giornali scomodi orientando a piacimento gli investimenti pubblicitari".

"Il silenzio dell'Europa su Berlusconi", continua Cohen, "e' codardo e compromette la sua capacita' di fronteggiare la politica corrotta in altre parti dell'Unione. L'Europa e' nata per lavare le mani insanguinate di guerra di Italia e Germania e darle uno status politico di democrazia affidabile; ha integrato Spagna, Portogallo e Grecia quando hanno abbandonato le dittature; ha integrato la Germania dell'Est e tutti i paesi dell'ex blocco sovietico; non ha avuto bisogno di integrare la Gran Bretagna che non ha mai conosciuto dittature. Dinanzi a Berlusconi, per la prima volta nella storia, la reputazione dell'Europa come forza di integrazione democratica e' precaria. Presto sara' fraudolenta".

Non so se le previsioni di Cohen su Fini e sull'Unione Europea siano realistiche, ma la sua analisi del fenomeno Berlusconi e' corretta. In Italia si organizzano manifestazioni per la liberta' di stampa. Giornali liberi e trasmissioni libere esistono e sono anche di qualita' superiore rispetto a altri paesi europei. Saviano e' tradotto in tutte le lingue. Travaglio vince premi in tutta Europa. Un Santoro, una Gabanelli la BBC se li sogna. Quello che in Italia e' unico e' che il primo ministro lavora per danneggiare economicamente e portare alla chiusura questi esempi di libera stampa e soprattutto, ma nessuno ormai ci fa piu' caso, e' unico il fatto che il primo ministro si sottragga da sempre a confronti pubblici con veri interlocutori e contraddittori. E' questo il problema numero uno della liberta' di stampa in Italia: non esiste la possibilita' di mettere Berlusconi sotto pressione con gli atteggiamenti e le domande giuste, in pubblico, dinanzi al suo pubblico, lobotomizzato da Feltri e Vespa vari. Cosa sono un Di Pietro e un Santoro senza un Berlusconi davanti? Pallottole spuntate.

Berlusconi non cade perche' non c'e' nessuno pronto a raccoglierne l'eredita', perche' lui ha imposto col suo strapotere mediatico ritmi, agenda e linguaggio cosi' rozzi, triviali e ignoranti che nella politica non se ne trova un altro di bassezza simile, capace di fronteggiarlo sul suo terreno. E' un fenomeno unico e non e' un fenomeno politico. Se fosse un politico come altri, Bersani o Fini avrebbero la possibilita' di succedergli domani mattina. Se fosse un industriale come altri, Montezemolo o Della Valle potrebbero sostituirlo senza clamori anche stasera. Ma lui e' il caudillo, il rozzo urlatore che ormai nei comizi non nasconde piu' di voler passare a maniere spicce dittatoriali, con le buone o con le cattive, facendo approvare leggi speciali a guisa di Grande Riforma della costituzione.

Ora, contro i dittatori non hanno mai avuto successo i suonatori di violino. Al rumore di cento bombe puoi rispondere con gli archi? Ma questo passa il convento attualmente. L'opposizione e' nulla. L'unica speranza e', dunque, che sulla Grande Riforma vadano a scornarsi lui e la sua barcaccia di petulanti yes-men. Nessuna Grande Riforma e' andata in porto negli ultimi 60 anni. Chiunque si sia adoperato contro la Costituzione ha fallito. Da De Mita a D'Alema.

1 commento:

andima ha detto...

bell'analisi della situazione, ma non so fino a che punto la Costituzione possa reggere, fu eretta proprio dopo Mussolini al fine di evitare altre dittature, ma se c'e' un buco, lo psiconano lo trovera'.
Cmq le cose stan cambiando davvero, lui e' sempre piu' irritato, piu' nervoso e l'ambiente e' cosciente e sempre piu' pronto all'eventuale dopo-Berlusconi, mentre la rete sta informando gli elettori di domani. Spero davvero che le cose cambino in fretta..

bel post