lunedì 23 giugno 2008

E Daje!

Italiani pizza mandulin mafia berlusconi

Veniamo da Lontano e Andiamo Lontano

Avrebbero potuto continuare a giocare a oltranza per una settimana: gli spagnoli sarebbero arrivati al 99% del possesso di palla ma non sarebbero mai entrati nell'area di rigore italiana, gli sarebbero cresciute le barbe ma non avrebbero fatto altro che continuare a tirare da fuori, frustrati. E gli italiani avrebbero continuato a distruggere automaticamente il gioco spagnolo a centrocampo, in eterno, incapaci poi di impostare un'azione qualunque, continuando a lanciare inutilmente lo spaventapasseri Toni.

Percio' i rigori sono stati infine una liberazione opportuna: il martirio e' finito e ce ne siamo tornati a casa con le mazze in spalla e i fagotti appesi. Che goduria per i nostri nemici di sempre. "Welcome in the club" dei falliti, mi ha salutato stamattina un collega olandese, dopo essere uscito miseramente dalla competizione con la Russia.

Da notare: il pubblico del Consolato d'Italia ha reagito con un'ovazione quando Alessandro Del Piero e' entrato in campo nei tempi supplementari. Ovviamente non ha toccato palla. Antonio Cassano si e' onestamente districato fra dribbling e colpi di tacco distribuendo palla ai 10 cadaveri che si trovava intorno, mettendo almeno 4 palle sulla fronte di Toni, il quale colpiva in direzione della tribuna, e non ha ricevuto il benche' minimo applauso. Qui capisci la storia dei santi in paradiso. Del Piero sara' popolare perche' ha vinto tutto, ma ha anche avuto in squadra Nedved, Trezeguet, Inzaghi; Cassano e' partito da lontano, anzi dal fondo, i vicoli di Bari vecchia, e' nato irregolare, si e' gia' fatto grande oltre quello che qualsiasi ragazzino di Bari vecchia abbia mai potuto fare, chissa' se arrivera' mai a alzare una coppa, anzi chissa' come finira'.

P.s. Questa mattina il PIL del Belgio e' aumentato di colpo del 3%. Buono, no? Semplicemente sono successi un paio di incidenti stradali in due punti critici del traffico mattutino in entrata per Bruxelles, in piu' qualche genio ha deciso di chiudere al traffico per lavori altri due o tre punti critici e si sono verificati in tutto 50 km di code intorno alla capitale. Bene, dopo stamattina qualcuno comprera' delle auto nuove. Qualcuno ha speso il triplo del carburante. Al termine dei lavori in corso avremo una striscia di asfalto in piu' e una striscia di verde in meno. Le emissioni di CO2 sono quintuplicate, la corrosione degli edifici in centro ha avuto picchi, qualcuno rifara' in anticipo la facciata della propria maison, qualcuno ha respirato piu' smog di quello che doveva e dovra' andare in ospedale e farsi curare l'asma, qualcun altro ha avuto una crisi di nervi per aver aspettato 3 ore in coda e questa sera mangera' il triplo o sara' costretto ad andare in un centro benessere il prossimo weekend per staccare il cervello dallo stress quotidiano. In tutti questi casi i consumi aumentano, il PIL aumenta e la qualita' della vita, ops: sprofonda.

giovedì 19 giugno 2008

Catenaccio e Contropiede

C'erano almeno il triplo degli spettatori al Consolato d'Italia a rue du Livourne per la partita Italia-Francia, rispetto alla partitaccia contro la Romania. A dimostrazione del fatto che coi francesi e' sempre finale, nonostante le due squadre fossero entrambe con un piede nella fossa. La Romania era data per vincente contro una svogliata Olanda e tra Francia e Italia sarebbe stata fatica sprecata. Invece gli olandesi hanno deciso di non perdere la concentrazione e mantenere lo spirito da competizione e l'Italia, come sempre, ha tirato fuori le palle nel momento decisivo, ma prima aveva voluto, come sempre, mettersi nei guai.

Spiegavo ai miei colleghi questo atteggiamento tutto italiano: prima annegare nel fango e poi reagire alla disperata ma efficacemente, come nessun altro saprebbe: catenaccio e contropiede, sofferenza e furbizia, nel calcio come nella vita di tutti i giorni. Non siamo grandi palleggiatori, non siamo fatti per il bel gioco d'attacco all'olandese, all'argentina, alla brasiliana. Siamo maestri del minimo sforzo, maestri nel consumare i centrocampi altrui, nel costringerli a ragionare a lungo per trovare sbocchi, corridoi, percorsi logici, che poi puntualmente annulliamo con piallamenti da carrarmato alla Gattuso. E siamo maestri nell'arte di arrangiarsi, ne sa qualcosa Zambrotta che da quando aveva 5 anni non sa mai prima di una partita se giochera' a sinistra o a destra. E siamo ancora maestri dell'espediente, questi quarti di finale ce li siamo infine guadagnati con un rigore, un autogol e un calcio in culo, come in altri tempi ci guadagnammo il si' al Trattato di Maastricht.

Ma spiegare a questi stranieri l'atmosfera del Consolato d'Italia a rue du Livourne, fatta di italo-belgi della terza generazione, perlopiu' pizzaioli con venti parole italiane di vocabolario, e poi di rampanti esuli scampati alla feroce razzia berlusconiana dell'Italia di oggi: studenti, stagiaires, tuttofare all'italiana in carriera (portaborse, pubblicitari, eurocrati, avvocati, p.r., artisti, giornalisti). Spiegare magari a fiamminghi e tedeschi il significato intimo di catenaccio e contropiede, non uno schema calcistico ma un'espressione esistenziale, una ragione d'essere, l'essenza stessa delle nostre filosofie di vita, e' fatica sprecata, perche' loro sono gli stessi che continuano a chiedermi a pranzo, sbarricando gli occhi, perche' mischio la pasta con i fagioli, dove la pasta & fagioli e' un fatto di costume, evoca operai in canottiera durante la pausa pranzo.

E cosi' ieri entravo in ufficio esclamando fiero "we made it!", all'italiana "abbiamo vinto", mentre quando "hanno perso" immediatamente prende forma l'accanimento nei confronti dei poveri cristi che devono portare la croce per sessantamilioni di commissari tecnici, sessantamilioni di presidenti della repubblica, sessantamilioni di capireparto, sessantamilioni di arbitri delle esistenze altrui...

E comunque, nella bolgia del festeggiamento al Consolato d'Italia a rue du Livourne, una sciarpa biancoverde dell'AFP GIOVINAZZO di hockey su pista ha sventolato dinanzi alle immagini dei francesi battuti da Cassano e De Rossi, stoffa buona per i momenti di saudade acuta.

venerdì 13 giugno 2008

L'affare Cinese

Nell'avvincente e iperavanzato mondo della microelettronica, nel quale lavoro, capita di dover affrontare tragedie come il terremoto che ha scosso la Cina. E di dover leggere sulla stampa specializzata degli articoli con questo titolo: "Terremoto in Cina Responsabile della Ridotta Domanda di Telefoni Cellulari".

Disumano.

La terra trema. Decine di migliaia di poveri e innocenti esseri umani muoiono. Il mondo avanzato ci passa sopra indifferente: la notizia passa nei telegiornali per un paio di giorni, qualche pigro container parte dai porti occidentali con farmaci, cibo, coperte, in automatico. E poi si torna a contare soldi. Perche' questo facciamo nell'evoluto occidente. Contiamo soldi e ci accorgiamo che, morti X cinesi, devastata e impoverita improvvisamente la regione Y della Cina, la domanda di telefoni cellulari subira' un'unghiata dello Zeta per cento.

La Cina. Paese comunista di nome, capitalista nei fatti. Paese che schifa i diritti umani. Schifa le convenzioni internazionali sull'ambiente e sull'energia. Paese in divorante crescita economica, il costo del nostro pieno di benzina e' dovuto al fatto che la Cina chiede sempre piu' petrolio per alimentare l'industria, il petrolio scarseggia e il suo costo aumenta.

Un miliardo e mezzo di cinesi. Una riserva inesauribile di forza lavoro. Un lavoro fatto da un europeo costa non so quante volte tanto quanto lo stesso lavoro fatto da un cinese. I salari dei cinesi non aumentano mai, mentre in Europa tremiamo se l'inflazione passa dal 3% al 3.1%. Per anni la Cina e' stata vista dall'occidente come uno smisurato mercato, un miliardo e mezzo di potenziali compratori di automobili, telefoni, abbigliamento, orologi, costruzioni. Qualcosa e' stato trascurato nei formidabili calcoli degli economisti: il fatto che la Cina le automobili, i telefoni, l'abbigliamento, gli orologi e le costuzioni se le produce da se' e chi se ne frega se le costruzioni crollano col primo terremoto. Il governo pseudocomunista non aumenta i salari perche' i cinesi devono poter comprare solo le disastrate automobili made in China, non le nostre BMW, Alfa Romeo, Volvo.

Il Belgio e' arrivato ai ferri corti con il Congo, sua ex-colonia, con il quale manteneva storiche relazioni commerciali, a causa della Cina, che a un certo punto ha proposto al Congo piu' alte ricompense per rilevare le concessioni minerarie che per secoli erano state appaltate al Belgio.

A New York, China Town ha divorato Little Italy, ormai ridotta a un incrocio con poche gelaterie e pizzerie gestite da cinesi.

La Cina organizza un'Olimpiade vetrina e l'occidente non sa che pesci pigliare: l'importante e' partecipare, ma questi calpestano i diritti umani, ci stracciano senza pieta' sui mercati, ma d'altra parte sono gli eredi di una cultura millenaria che non si puo' snobbare cosi'. Continuare a fare gli indifferenti, coi loro terremoti come con il loro strapotere comunistoide che porta a inseguire altro strapotere e che prima o poi divorera' malamente tutte le risorse del pianeta, e' l'unico modo certo per andare verso un'inconsapevole e dolce catastrofe.