Nell'avvincente e iperavanzato mondo della microelettronica, nel quale lavoro, capita di dover affrontare tragedie come il terremoto che ha scosso la Cina. E di dover leggere sulla stampa specializzata degli articoli con questo titolo: "Terremoto in Cina Responsabile della Ridotta Domanda di Telefoni Cellulari".
Disumano.
La terra trema. Decine di migliaia di poveri e innocenti esseri umani muoiono. Il mondo avanzato ci passa sopra indifferente: la notizia passa nei telegiornali per un paio di giorni, qualche pigro container parte dai porti occidentali con farmaci, cibo, coperte, in automatico. E poi si torna a contare soldi. Perche' questo facciamo nell'evoluto occidente. Contiamo soldi e ci accorgiamo che, morti X cinesi, devastata e impoverita improvvisamente la regione Y della Cina, la domanda di telefoni cellulari subira' un'unghiata dello Zeta per cento.
La Cina. Paese comunista di nome, capitalista nei fatti. Paese che schifa i diritti umani. Schifa le convenzioni internazionali sull'ambiente e sull'energia. Paese in divorante crescita economica, il costo del nostro pieno di benzina e' dovuto al fatto che la Cina chiede sempre piu' petrolio per alimentare l'industria, il petrolio scarseggia e il suo costo aumenta.
Un miliardo e mezzo di cinesi. Una riserva inesauribile di forza lavoro. Un lavoro fatto da un europeo costa non so quante volte tanto quanto lo stesso lavoro fatto da un cinese. I salari dei cinesi non aumentano mai, mentre in Europa tremiamo se l'inflazione passa dal 3% al 3.1%. Per anni la Cina e' stata vista dall'occidente come uno smisurato mercato, un miliardo e mezzo di potenziali compratori di automobili, telefoni, abbigliamento, orologi, costruzioni. Qualcosa e' stato trascurato nei formidabili calcoli degli economisti: il fatto che la Cina le automobili, i telefoni, l'abbigliamento, gli orologi e le costuzioni se le produce da se' e chi se ne frega se le costruzioni crollano col primo terremoto. Il governo pseudocomunista non aumenta i salari perche' i cinesi devono poter comprare solo le disastrate automobili made in China, non le nostre BMW, Alfa Romeo, Volvo.
Il Belgio e' arrivato ai ferri corti con il Congo, sua ex-colonia, con il quale manteneva storiche relazioni commerciali, a causa della Cina, che a un certo punto ha proposto al Congo piu' alte ricompense per rilevare le concessioni minerarie che per secoli erano state appaltate al Belgio.
A New York, China Town ha divorato Little Italy, ormai ridotta a un incrocio con poche gelaterie e pizzerie gestite da cinesi.
La Cina organizza un'Olimpiade vetrina e l'occidente non sa che pesci pigliare: l'importante e' partecipare, ma questi calpestano i diritti umani, ci stracciano senza pieta' sui mercati, ma d'altra parte sono gli eredi di una cultura millenaria che non si puo' snobbare cosi'. Continuare a fare gli indifferenti, coi loro terremoti come con il loro strapotere comunistoide che porta a inseguire altro strapotere e che prima o poi divorera' malamente tutte le risorse del pianeta, e' l'unico modo certo per andare verso un'inconsapevole e dolce catastrofe.
Disumano.
La terra trema. Decine di migliaia di poveri e innocenti esseri umani muoiono. Il mondo avanzato ci passa sopra indifferente: la notizia passa nei telegiornali per un paio di giorni, qualche pigro container parte dai porti occidentali con farmaci, cibo, coperte, in automatico. E poi si torna a contare soldi. Perche' questo facciamo nell'evoluto occidente. Contiamo soldi e ci accorgiamo che, morti X cinesi, devastata e impoverita improvvisamente la regione Y della Cina, la domanda di telefoni cellulari subira' un'unghiata dello Zeta per cento.
La Cina. Paese comunista di nome, capitalista nei fatti. Paese che schifa i diritti umani. Schifa le convenzioni internazionali sull'ambiente e sull'energia. Paese in divorante crescita economica, il costo del nostro pieno di benzina e' dovuto al fatto che la Cina chiede sempre piu' petrolio per alimentare l'industria, il petrolio scarseggia e il suo costo aumenta.
Un miliardo e mezzo di cinesi. Una riserva inesauribile di forza lavoro. Un lavoro fatto da un europeo costa non so quante volte tanto quanto lo stesso lavoro fatto da un cinese. I salari dei cinesi non aumentano mai, mentre in Europa tremiamo se l'inflazione passa dal 3% al 3.1%. Per anni la Cina e' stata vista dall'occidente come uno smisurato mercato, un miliardo e mezzo di potenziali compratori di automobili, telefoni, abbigliamento, orologi, costruzioni. Qualcosa e' stato trascurato nei formidabili calcoli degli economisti: il fatto che la Cina le automobili, i telefoni, l'abbigliamento, gli orologi e le costuzioni se le produce da se' e chi se ne frega se le costruzioni crollano col primo terremoto. Il governo pseudocomunista non aumenta i salari perche' i cinesi devono poter comprare solo le disastrate automobili made in China, non le nostre BMW, Alfa Romeo, Volvo.
Il Belgio e' arrivato ai ferri corti con il Congo, sua ex-colonia, con il quale manteneva storiche relazioni commerciali, a causa della Cina, che a un certo punto ha proposto al Congo piu' alte ricompense per rilevare le concessioni minerarie che per secoli erano state appaltate al Belgio.
A New York, China Town ha divorato Little Italy, ormai ridotta a un incrocio con poche gelaterie e pizzerie gestite da cinesi.
La Cina organizza un'Olimpiade vetrina e l'occidente non sa che pesci pigliare: l'importante e' partecipare, ma questi calpestano i diritti umani, ci stracciano senza pieta' sui mercati, ma d'altra parte sono gli eredi di una cultura millenaria che non si puo' snobbare cosi'. Continuare a fare gli indifferenti, coi loro terremoti come con il loro strapotere comunistoide che porta a inseguire altro strapotere e che prima o poi divorera' malamente tutte le risorse del pianeta, e' l'unico modo certo per andare verso un'inconsapevole e dolce catastrofe.
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