martedì 30 giugno 2009

Abbasso la Rai!


Viva la RAI! Era il 1982, anno controverso, l'Italia vinceva il Mundial con Zoff, Gentile, Cabrini, e Roberto Calvi veniva trovato impiccato sotto un ponte sul Tamigi a Londra e Renato Zero, secco come un'acciuga a quei tempi e con una zazzerona di capelli nerissimi, cantava questa canzone: Viva la RAI! Ci fa crescere sani! Viva la RAI!

E' il 2009. Vivo all'estero da 5 anni. Alle citta' nord-europee manca qualcosa che in Italia ha reso selvaggio e inguardabile il paesaggio urbano: le antenne. Perche' mancano le antenne sui tetti delle maison bruxellesi? Perche' la diffusione televisiva usa la tecnologia via cavo, anziche' l'etere. Le citta' non sono infestate di antenne e il cavo ha una capacita' di trasmissione almeno dieci volte superiore rispetto all'etere: significa che da decenni in Nord-Europa l'offerta televisiva ammonta a un centinaio di canali. In Belgio, non sapendo che fare con tutti questi canali, trasmettono i canali belgi, che gia' sono sdoppiati (francofoni e fiamminghi) e una selezione di canali dal mondo: CNN, BBC, Disney Channel, EuroNews, tv francese, tv tedesca, spagnola, olandese, turca e, dulcis in fundo, i tre canali RAI italiani. Offerta ricca, che ha favorito la diffusione dell'inglese, anche perche' i film americani e inglesi vengono trasmessi in lingua originale con sottotitoli. A confronto, l'Italia e' ferma al medioevo.

Viva la RAI! Che e' l'immagine dell'Italia piu' immediatamente visibile all'estero, immediatamente nel senso che sfiori il telecomando e si apre una finestra sull'Italia di oggi. Mi astengo, naturalmente, dal commentare che odore ha quella sostanza impalpabile trasmessa da quella finestra a telespettatori del Nord-Europa. Mi astengo perche', mentre in Italia l'alternativa alla RAI e' il trittico di canali Mediaset, che hanno lo stesso odore ma due volte piu' forte, qui in Belgio quando la trasmissione RAI fa schifo c'e' sempre un'alternativa europea, quindi in teoria non avrei motivo per lagnarmi. In pratica poi, se non ci penso io a criticare la qualita' delle emissioni RAI ci pensano gli europei che mi circondano, che la RAI la guardano, curiosi, e non ci capiscono una beata mazza ma comunque ci si fa grasse risate perche' l'apertura di cosce delle ballerine fa parte del linguaggio universale, ma stranamente c'e' una sola tv nell'universo che la trasmette, in fascia pro-tetta e in fascia pro-culo: la RAI.

Non posso astenermi invece dal biasimare l'incomprensibile policy oscurantista della RAI all'estero. Mamma RAI, non ti abbandona mai! Se no guai! cantava Renato Zero. Sara' vero? Domenica scorsa, in prima serata, tutti e tre i canali RAI erano oscurati. Caso unico al mondo. Rai1 trasmetteva la partita di calcio, finale di Confederation Cup; Rai2 trasmetteva il film del 2003 Down with love con Renée Zellweger e Ewan McGregor; Rai3 trasmetteva il film del 1955 Caccia al ladro di Alfred Hitchcock con Cary Grant e Grace Kelly. Tutto oscurato. Tre canali su tre. Tutto trasmesso in Italia, tutto impossibile da vedere all'estero. Nessuna emissione televisiva al mondo pone cosi' tante restrizioni non solo sui programmi che produce (la partita di calcio) ma anche sui diritti d'autore che acquista e replica a prezzo piu' o meno caro, e non fa differenza se il film e' del 2003 o del 1955, di Hitchcock o di uno sconosciuto. La logica di questo criterio oscurantista e' vergognosamente incomprensibile.

Si capisce bene, invece, un dettaglio elementare: la RAI e' il broadcast televisivo europeo con il maggior numero di dipendenti. Piu' della BBC, piu' della tv francese, piu' di tutte. Quando devi pagare 13.248 dipendenti e 43mila collaboratori, cerchi di raschiare il fondo del barile e imponi prezzi assurdamente alti, per esempio, sulle trasmissioni all'estero. I broadcast esteri, fossero scemi, non accettano quei prezzi. Quindi tu, RAI, ti tieni le migliaia di dipendenti, non incassi i diritti dalle trasmissioni all'estero, risultato: ti fai aiutare dallo stato, cioe' fai pagare piu' tasse agli italiani. E non ti sputano in faccia, RAI?

giovedì 25 giugno 2009

Barcolla ma non molla


Berlusconi traballa, e' sull'orlo del precipizio, ma stupisce il commento ricorrente dei soliti intellettuali spossati e distratti: "Berlusconi non cadra' facilmente, sarebbe gia' caduto se ci fosse una valida alternativa". Questo timore del vuoto di potere non e' comprensibile, sebbene abbia una sua logica. A destra Fini o Frattini, a sinistra Franceschini o Bersani, o un indipendente come il banchiere Draghi, mi spiegate perche' ciascuno di questi sarebbe incapace di colmare un eventuale vuoto al governo, dopo 15 anni nei quali questo puttaniere di successo ha tenuto in ostaggio direttamente o indirettamente la democrazia italiana?

Berlusconi non cade facilmente perche' ha accumulato troppo potere e chi gli ha consentito di accumularlo non e' capace di tornare sui suoi passi senza cadere a sua volta. Non sara' uno smacco d'immagine a farlo cadere, eppure lo smacco d'immagine si sta riflettendo sull'Italia come paese, guadagnandole il picco storico di impopolarita' nell'opinione pubblica estera. Ci vorrebbe un grande e chiaro accordo tra politici democratici (tutti: Fini, Di Pietro, Casini, Franceschini), sindacati, industriali, banchieri, per sostituire il pagliaccio al governo con una personalita' piu' sobria e soprattutto non piu' portatrice di conflitti di interessi e rappresentativa, finalmente, di un solo potere, quello esecutivo: per esempio Fini, visto che le elezioni le ha vinte la destra. Non esiste nessuna legge che vieti simile sostituzione.

Allora perche' non si fa? Perche' politici, banchieri, industriali, negli anni hanno fatto ciascuno la sua piccola o grande buona azione per sostenere e rafforzare lo strapotere di Berlusconi. Tronchetti Provera non gli ha fatto concorrenza con La7, la sinistra al governo non ha mai risolto il conflitto d'interessi, gli imprenditori l'hanno sempre privilegiato con la pubblicita', avendone in cambio la legittimazione a evadere il fisco, la CISL e la UIL hanno accettato accordi che hanno sventrato il mercato del lavoro, Fini e Bossi l'hanno continuamente scaricato e poi riabbracciato per convenienza. E poi ci sarebbe la mafia, che produce il 10% della ricchezza italiana e la sua parola, su chi governa e come, la pronuncia sempre, e non e' una parola da ascoltare ma da eseguire. Gli ultimi 15 anni sono strapieni di questi episodi. Politici, banchieri, sindacalisti, commercianti, hanno investito sul bond Berlusconi e attendono ancora, ansiosissimi, e hanno terrore che lui possa cadere prima che loro possano incassare il sospirato dividendo.

Berlusconi oggi rappresenta il potere esecutivo; tiene in pugno il potere legislativo non nascondendo di ritenere il parlamento "inutile" e disegnando le priorita' legislative sui suoi personali interessi (adesso l'approvazione della legge Carfagna sulla prostituzione viene sfacciatamente rinviata perche' lui e' interessato, meglio attendere le evoluzioni delle inchieste in corso); squalifica e indebolisce di continuo il potere giudiziario con leggi ad personam, dal lodo Alfano, alla cancellazione del falso in bilancio, al taglio alle intercettazioni; e oltre ai tre poteri ne possiede un quarto, il potere mediatico, che gli consente di manipolare la realta' a suo piacimento.

In teoria un ritorno alla democrazia e alle regole liberali sarebbe conveniente per tutti: politici, forze sociali, industriali, finanza, commercio (perche' le aziende devono essere ricattate anche su dove indirizzare i propri investimenti pubblicitari?) ma il potere di Berlusconi, come emerge anche dalle ultime inchieste, dal suo letto alle strategie economiche e' basato sul ricatto e su una ragnatela di promesse, favori, scambi, che e' assolutamente inestricabile.

martedì 23 giugno 2009

Trattori Lanzichenecchi


Ogni Consiglio d'Europa e' una via crucis, per i residenti del quartiere europeo di Bruxelles. La scorsa settimana e' stata una via crucis al quadrato, perche' al Consiglio d'Europa, il primo dopo le elezioni del nuovo parlamento, si e' aggiunta la due giorni di proteste degli agricoltori e produttori di latte europei. Strade chiuse. Tunnel bloccati (e solo un bruxellese sa quanto i tunnel cittadini siano una salvezza contro il traffico). Centinaia di trattori che lanzicheneccheggiavano furiosamente per il centro della citta'. La notte fra giovedi' e venerdi' hanno bivaccato nel Parco del Cinquantenario, sotto l'arco di trionfo, fra il museo dell'armata belga e il museo d'arte e di storia. Per poter tornare a casa in macchina si doveva affrontare un'ora di coda e poi elemosinare a uno sbirro il passaggio attraverso un varco controllato.

Venerdi' mattina un mio collega e' rimasto bloccato nel tunnel Belliard per due ore, perche' due trattori si erano messi di traverso tappandone l'uscita sull'autostrada. Io, che venendo da lontano, e cioe' da Bari, potevo permettermi di fare inversioni a u vietate, infrangere sensi unici e attraversare parcheggi di supermercati per evitare code inutili, ho trovato la via per arrivare comunque al lavoro in tempo, allungando il percorso di soli 20 chilometri. Il poliziotto a guardia di una transenna presso rond-point Montgomery mi guardava esterrefatto e un po' terrorizzato quando gli chiedevo "per andare a Leuven che strada mi consiglia?" "Monsieur hanno appena cominciato a bloccare tutto, tutto!" Sono arrivato a Leuven contro i 27 primi ministri d'Europa (incluso Berlusconi che al in quel momento al telefono veniva cazziato da Ghedini), contro i 1000 trattori di euroagricoltori incazzati, contro i poliziotti bruxellesi incapaci e contro il codice della strada.

In ogni caso, l'informazione su questi disagi fa sempre schifo. I residenti del quartiere europeo scoprono che l'indomani ci sara' un vertice dal fatto che il giorno prima la polizia predispone i cavalli di frisia nelle strade intorno ai palazzi delle istituzioni. Nessun avviso. Nessun manifesto. Nessun annuncio radio-tv. Sia giovedi' sera che venerdi' mattina vagavo in macchina per la citta' in cerca di varchi accessibili e la radio mandava in onda splendida e inutile musica pop. Solo venerdi' mattina alle 10, quando ormai stavo per arrivare al lavoro dopo un'ora di via crucis, la radio annunciava che c'erano forti disagi a Bruxelles per la protesta degli agricoltori: "Montgomery bloccata, Meiser bloccata, Schuman e Merode inaccessibili, tunnel Belliard e Tervuren bloccati". Grazie, a cose fatte sei un amico, ma potevi dirmelo prima.

E per cosa protestavano, poi, questi agricoltori? Per le quote latte. Ancora? Ma non avevano risolto, 15 anni fa? E chi lo sa. Apparentemente il costo di produzione di un litro di latte e' di 30 centesimi, il mercato li costringe a vendere a 20 centesimi, mentre per avere dei margini loro chiedono un prezzo di 40 centesimi. Questo significa che l'Unione Europea dovrebbe sottrarre al mercato e acquistare ulteriori quote di latte, in modo che il prezzo generale aumenti. Favorire gli agricoltori e mandare al diavolo milioni di famiglie, che gia' col latte oggi a 1,50euro al litro sono felicissime. Risulta che un esponente della Commissione Europea abbia invitato una delegazione di agricoltori fra giovedi' e venerdi' e che questi abbiano rifiutato. Ritenevano piu' proficuo e divertente bivaccare nei parchi e seminare il panico nel traffico bruxellese bloccando strade e tunnel coi loro mostruosi trattori.

venerdì 19 giugno 2009

Naufragio di un Vecchio Sporcaccione in un Mare di Troie


Piu' ti circondi di zoccole, piu' sei ricattabile. Questa elementare considerazione che ogni uomo fa, nella vita, almeno una volta, non ha mai sfiorato il vecchio sporcaccione rincoglionito che governa l'Italia. Ogni uomo, in quelle circostanze, decide se cedere e quindi avventurarsi, circondarsi di amanti piu' o meno clandestine e mettere in pericolo tutte le altre relazioni sociali che intrattiene alla luce del sole, oppure resistere e quindi sacrificare l'ormone perche' la famiglia, la professione, la vita sociale hanno piu' valore. Evidentemente il vecchio sporcaccione non l'ha mai imparata questa lezione, persino da ragazzino non ci ha mai saputo fare con le ragazze, non s'e' mai curato di capire come funziona fra uomo e donna, ha sempre pagato tutto, concessioni di frequenze pubbliche, sentenze, avvocati, donne, professionisti, campioni di calcio. Sempre pagato. Mai conquistato.

Arriva poi il momento che, accumulate talmente tante storielle con tante troiette, qualcuna delle troiette ti frega. E con lui si sono accanite tutte nello stesso momento. Sua moglie, in primo luogo. Poi la novella diciottenne di Casoria Noemi Letizia, capitata a capodanno scorso a Villa Certosa in mezzo a un mucchio selvaggio di ragazze alle quali veniva concesso di fare shopping con la carta di credito del primo ministro con un limite di 2000euro di spesa a testa; tutte le ragazze che d'estate a Villa Certosa prendono il sole sul motoscafo personale di Berlusconi, Magnum 70, scortate a largo da una pilotina dei Carabinieri, pagata con soldi pubblici; la ragazza ex-col-dito-puntato di RaiUno, Virginia Saint Just, con tutti i sontuosi doni ottenuti inspiegabilmente da Berlusconi; l'evanescente Elisa Alloro che scrive un instant book "
Noi, le ragazze di Silvio", illustrandone inconsapevolmente l'estrema e spinta vuotaggine cerebrale; Sabina Began, anche detta l'ape regina, reclutatrice di donzelle per le private feste del boss; le promesse candidate alle elezioni europee, come Chiara Sgarbossa e Emanuela Romano, il cui padre ha minacciato di darsi fuoco davanti a Palazzo Grazioli per la mancata candidatura; questa settimana e' il turno della barese Patrizia D’Addario, che si fa invitare a palazzo per i soliti 2000 euro e registra le conversazioni con Berlusconi. Una marea che sembra non avere fine.

Comunque, come non immaginarlo che la rovina di Berlusconi sarebbe passata per Giovinazzo, la mia hometown, prima o poi? Questo imprenditore barese molto glamour e internescional, Gianpaolo Tarantini, un maneggione di 35 anni con ovvi intrallazzi a alto livello nella politica che (ahime') conta, affitta per 100mila euro al mese un villone a Porto Rotondo, quindi e' vicino di casa di Berlusconi, oltre a possedere la "lussuosa dimora di Giovinazzo, a nord di Bari, tre piani pieni di opere d'arte, personale di servizio filippino", come spiega Repubblica. Conosce Berlusconi, apparentemente gli ha fatto provvista di vagonate di figa per feste a Palazzo Grazioli o a Villa Certosa.

Si leggono sconfortati, debilitati commenti di intellettuali finora defilati, dormienti per anni, oggi all'improvviso desti e spaventati dal pericolo di "assuefazione e rassegnazione" degli italiani alle porcate di Berlusconi. Dispiace dirlo, ma gli italiani sono assuefatti e rassegnati da 15 anni. Il rischio e' un altro: che la convivenza, per un tempo fisiologicamente eccessivo, con una democrazia-cadavere che marcisce e s'imputridisce da 15 anni, si trasformi in contagio disastroso, epidemia irreversibile.

E' come se gli italiani vivessero, senza accorgersene, con un cancro nel corpo che gli sta avvelenando l'esistenza, s'ingrossa da tempo, contaminando e divorando le cellule sane: quando l'infezione esplodera', curarla sara' uno choc. Immaginiamo una terapia d'urto in tre punti, che abbia inizio oggi.

Primo. Se da un giorno all'altro il TG1 fosse diretto da Marco Travaglio, gli italiani sarebbero sconvolti dai racconti del marcio che s'e' impadronito dello Stato: travolti da una mole schiacciante di notizie oggi maldestramente censurate sarebbero avvolti da una sensazione di vuoto, di sporco, di oppressione, repulsione, penserebbero quanti anni sprecati e quanto disgusto per tutti questi anni. Un TG1 veritiero nell'Italia di oggi fiaccherebbe le capacita' mentali di chiunque, indurrebbe a un pessimismo senza ritorno.

Secondo. Se da un giorno all'altro un governo sano di mente decidesse di recuperare il terreno perso nei confronti degli altri grandi paesi industrializzati e investisse nella ricerca e nelle nuove tecnologie, scoprirebbe di non avere ricercatori, progettisti e tecnici sufficienti per far fronte agli investimenti: sono tutti fuggiti all'estero.

Terzo. Ancora, se lo Stato all'improvviso decidesse di sgominare completamente le mafie, a livello militare e a livello politico, scoprirebbe di non avere sufficienti mezzi esecutivi, pochi magistrati, pochi poliziotti per fare le indagini su un fenomeno che e' ormai divorante e pervasivo, poche auto per le operazioni speciali, pochi posti nelle carceri, infine pochi volenterosi cittadini aspiranti politici per sostituire quelli corrotti e implicati con le varie mafie.

La cura, in sostanza, sarebbe impossibile. L'ostacolo insormontabile, oggi, non e' fronteggiare la rassegnazione al berlusconismo. Il problema e' prepararsi agli effetti catastrofici del marcio dilagante che da 15 anni si fa sistema e legge nel paese e non puo' essere curato.

mercoledì 17 giugno 2009

Sbrogliatevela da Soli


Il voto agli italiani all'estero e' stato introdotto nel 2006 per iniziativa dell'allora ministro Mirko Tremaglia, titolare di un dicastero che operava esclusivamente sugli italiani all'estero. Ci mise 3 anni per far passare la sua leggina. Tremaglia intratteneva rapporti con un certo tipo di italiani all'estero, della sua generazione, nostalgici del fascismo come lui, emigrati nel dopoguerra. Magari si aspettava di fare il pieno di voti. E invece al primo colpo gli italiani all'estero, che sono liberi di informarsi sui media internazionali e sono al corrente delle porcate berlusconiane in Italia, votarono massicciamente contro Berlusconi e, ahime', Tremaglia.

Ci si attendeva una punizione esemplare. Che e' arrivata puntualmente. L'attuale governo ha tagliato forsennatamente la rete consolare. In Belgio, chiusi i consolati a Liegi, Mons e Genk, in una nazione con piu' di 200mila italiani, il 2% della popolazione belga. Il risultato, da un punto di vista elettorale: gli italiani dell'Hainaut, provincia ricca di ferriere e miniere, destinazione dell'emigrazione italiana degli anni '50, avrebbero potuto votare a Mons e invece no: Bruxelles, unica possibilita'. Si capisce perche' dei 180mila aventi diritto di voto hanno votato solo 10mila, il 6%, immagino gli italiani che vivono a Bruxelles.

Poi leggi i risultati e scopri che il 33% di essi hanno votato Berlusconi. Bizzarro. Soprattutto gli italo-bruxellesi, se potessero lo azzannerebbero. Ma tant'e'.

Io non ho votato, perche' sono certo che le elezioni, soprattutto all'estero, sono truccate. Leggere, per credere, il blog di Fabristol: ha fatto lo scrutatore a Bristol e scrive testualmente "sarebbe stato facilissimo mettersi d’accordo e divertirsi un po’. Nel nostro seggio eravamo in tanti con il rappresentante consolare vicino, ma in centri più piccoli dove gli scrutatori si conoscono o sono dentro qualche partito, sarebbe stata una stupidaggine, complice il fatto che poi non c’erano poliziotti o rappresentanti di lista". Sarebbe stata una stupidaggine? Stiamo parlando di italiani: e' stata una stupidaggine.

Al Ministero dell'Interno risulta che a Praga abbiano votato 678 elettori, distribuiti in 10 seggi, il 50% ha votato Berlusconi. Bene. Peccato che agli italiani di Praga risulti che gli aventi diritto fossero 355 e non 678 e addirittura nella circoscrizione III (Italia centrale) l'affluenza raggiungeva il 103%. Dati simili in Bulgaria e in Lettonia, dove ha votato il 100% dell'elettorato, a Cipro il 70% quando l'affluenza complessiva del milione e duecentomila italiani all'estero alle urne e' arrivata al 7%, sette per cento.

E che dire dello strano caso olandese: gli elettori si presentano ai seggi convinti di poter votare i candidati italiani, gli scrutatori gli rispondono che possono votare solo i candidati olandesi, perche' questa e' la loro scelta. Bizzarro. Quegli elettori non hanno mai fatto alcuna scelta sui candidati. Risultato: il 30% dei 25mila aventi diritto non sono stati ammessi al voto.

lunedì 15 giugno 2009

Be Ready for the Next Scandal


Devo essere costantemente pronto, tenere il vocabolario aggiornato, per spiegare il prossimo scandalo italiano. I contesti sono i soliti: aperitivi con amici, pausa caffe' con colleghi e via cazzeggiando. Le domande che ti pongono sono ingenue, dal loro punto di vista innocue, scaturiscono come lampi maligni da occhi con sorrisi mezzi accennati, un po' innocenti un po' irridenti a sottolineare che loro, di questi eventi, ignorano i meccanismi e le cause, ma sono gia' arrivati alla conclusione "sempre i soliti italiani furboni, casinari e un po' vigliacchi".

E cosi', facendo il percorso a ritroso dalla loro conclusione, non posso sperare di cambiarne le radicate convinzioni, ma solo di fornire giustificazioni supportate dai fatti. Devo essere pronto a spiegare il fenomeno con parole-chiave adeguate, che mai mi sarei curato d'imparare.

Sullo scandalo-monnezza napoletano o palermitano, occhio alla distinzione fra waste (rifiuti) e garbage (spazzatura), pronto all'uso di waste cycle e incinerator (ciclo dei rifiuti e inceneritore, che solo nell'italiano forzato da Berlusconi sui suoi media e' stato trasformato in termovalorizzatore, parola che non ha equivalenti in altre lingue), ricordarsi di citare mafia (e non camorra, perche' i piu' non conoscono la distinzione); solo dopo le prime birre mi avventuro in coraggiosi e scabrosi riferimenti a toxic waste discharged in abusive dumps (la ben nota monnezza tossica delle imprese del Nord scaricata in discariche abusive), sometimes in agricultural or grazing lands (terreni agricoli o pascoli).

Il piu' delle volte sono fortunato e agli stranieri devo solo spiegare perche' la reputation di Alitalia e' pessima, a causa di luggage regularly lost (bagagli smarriti garantiti), piling up of delays (ritardi accumulati), unefficient service in generale. Ma a volte ti capita quello tosto, che non solo viaggia spesso ma legge anche i giornali e vuol sapere com'e' possibile che una compagnia aerea si tenga in vita con two millions debt a day without filing bankruptcy (praticamente in bancarotta), poi viene miracolosamente saved by unbiased entrepreneurs (imprenditori spregiudicati), who buy the core without the load of the debts (la polpa si', i debiti no) e fanno incazzare tutti, passengers, unions, flight attendants and pilots. Poi, fatto il riassuntino dal Financial Times mi scruta maligno e si aspetta che io gli risponda: a volte e' uno stronzo e non gli rispondo, a volte e' solo un curioso bene informato con un sacco di tempo da perdere e allora scendo ancor piu' nel fango, parlando dei vari conflicts of interest dei vari salvatori della patria (homeland rescuers), i Benetton owners di Aeroporti di Roma, Ligresti e i suoi valuable contracts in construction manufacturing (appalti).

Sul terremoto (earthquake), pronto a trovare una spiegazione per tutte quelle victims, troppe per un weak seism (scossa non eccezionale), e cioe' la cattiva qualita' del reinforced concrete made up with beach send (sabbia nel cemento armato).

Su Berlusconi, inutile dirlo, sono scatenati e sanno tutto. Private use of State flights, hot pictures of show girls in his villa, bribing lawyer and witness David Mills (corruzione del testimone Mills). Domanda: la wife di Berlusconi ha chiesto to divorce, perche' mai?! Risposta: sostiene che suo marito goes around with underage girls (minorenni), scandalizzata dal suo intervento al birthday party di Noemi, alla quale ha regalato a gold necklace (collier) da 6mila euro, che lo chiama papi... e come cazzo lo traduco adesso papi? Ma bastaaa!!!!!!

mercoledì 10 giugno 2009

Yes She Can


L'astensionismo e il disgusto: questo mi pare il partito vincente di queste elezioni: un terzo degli italiani non vota piu'. Il 35% dei votanti ha votato stavolta per il partito di Berlusconi, quindi il 23% degli italiani aventi diritto di voto, il 16% degli italiani in valore assoluto, inclusi i bambini, un dato sproporzionato rispetto al potere che Berlusconi esercita: quest'uomo praticamente possiede l'Italia, basando il suo potere sul voto di un italiano su sei, e su questo povero italiano su sei lui si accanisce pesantemente esercitando manipolazioni giornalistiche per mezzo del suo sfacciato strapotere mediatico, che nessuno in decenni e' riuscito a arginare o a regolamentare.

I vincitori, a questo giro, in Europa, sono i Verdi. Ottengono in media il 15% dei voti in tutti i paesi d'Europa. E un movimento ambientalista in Italia non esiste piu', e' stato fatto fuori da Pecoraro Scanio, Luigi Manconi e Marco Boato e questo la dice lunga su quanto l'Italia sia fuori dal mondo, al momento, concentrata sui suoi mali interni, il vecchio sporcaccione e le minorenni, il terremoto, il mezzogiorno abbandonato alle mafie, la corruzione dilagante, l'autoreferenzialita' della classe intellettuale, totalmente priva di carisma e totalmente incapace di guidare eventuali rinascite, anche ambientaliste. Troppo incasinati con guai privati e ravvicinati, gli italiani, per poter concentrarsi su visioni di grande responsabilita' e largo respiro come l'ambientalismo.

Gli altri vincitori, sempre a questo giro, sempre in Europa, sono gli xenofobi razzisti e antieuropei: prendono il sopravvento e si appropriano di quasi un quarto del parlamento. Ora, che degli antieuropei siedano al parlamento europeo e' gia' un controsenso. Fra questi ultranazionalisti xenofobi c'e' la Lega Nord e questo e' un paradosso nel paradosso, perche' i leghisti sono nazionalisti di una nazione, la Padania, che non esiste, al contrario dei nazionalisti francesi, belgi, olandesi, austriaci, dei quali le rozze camicie verdi sono entusiaste amiche: quelli sono contro i negri e i musulmani, i leghisti sono contro i negri, i musulmani e gli italiani (Roma ladrona).

A voler essere ottimisti, ci sono xenofobi dappertutto in Europa, quindi mal comune mezzo gaudio. Il problema, tutto italiano, e' che dappertutto, prima o poi, questi movimenti si sgonfiano come e' accaduto in Belgio con il Vlaams Block, partito ultranazionalista xenofobo fiammingo, che a queste elezioni ha perso quasi meta' dei voti, mentre in Italia la Lega Nord e' li' da 20 anni che rompe i coglioni con Roma Ladrona ma in questi 20 anni Roma e' diventata ancora piu' ladrona mentre loro erano al governo e Milano e' diventata piu' ladrona di Roma, con la mafia che mette le mani sull'Expo, con le fabbrichette del Nord-Est che hanno finanziato la Lega Nord da una parte e la Camorra dall'altra, con i soldi che hanno risparmiato smaltendo illegalmente i rifiuti industriali nei campi di pomodori e nei pascoli di bufale della Campania.

Sta di fatto che nessuno l'ha ancora mandata a casa, la xenofoba Lega Nord. Anzi, Berlusconi gli regala spot elettorali dicendo a Milano in comizio "che schifo, Milano e' piena di africani", eheh ma non dice come vuole arrestare l'ondata immigratoria che e' cominciata 20 anni fa e proseguira' inesorabile nei prossimi decenni, quando la societa' italiana sara' diventata compiutamente multirazziale da Nord a Sud, nella piena impotenza di tutti, perche' si tratta di flussi demografici con potenti motivazioni storiche, loro non li comprendono e non gli resta altro che esorcizzarli andando in tv a cialtroneggiare comodamente seduti su poltrone di pelle, oppure facendo comizi, come voler arrestare lo tsunami con un dito.

E che dire delle Liste a Cinque Stelle promosse da Beppe Grillo, che hanno piazzato 30 consiglieri comunali in 30 citta' diverse, senza praticamente aver fatto campagna elettorale, senza visibilita' mediatica altra che il blog di Grillo e l'uso della rete Internet. Fantastico, no? Sono portatori di programmi del tutto sani e innovativi, le Cinque Stelle: ambiente, acqua, sviluppo, connettivita' e trasporti, cinque beni pubblici ai quali in Italia si sono appassionate, strano eh, le societa' per azioni che ci hanno fatto profitti sopra (l'acqua, il WiMax, le Autostrade) beni che invece questi rivoluzionari pieni di entusiasmo vogliono restituire in modo creativo alla comunita'. E hanno cominciato, dal basso, a infiltrare i consigli comunali.

E che dire del Partito Democratico? Sceso a livelli vergognosi, mentre Di Pietro agisce di rapina nel vuoto lasciato all'opposizione e si appropria dei voti degli italiani onesti che sognano di vedere dietro le sbarre i corrotti che hanno impoverito e affossato il Paese. Che dire del PD? Fassino, D'Alema, Rutelli, la vecchia guardia perdente e' sempre li', un po' dietro le quinte, lo spettro che minaccia di rovinare qualsiasi sforzo di rinnovamento, invece di sparire come sono spariti finalmente Prodi e Veltroni. Le robacce che stanno con un piede dentro e l'altro fuori tipo la Binetti devono essere messe gentilmente alla porta com'e' accaduto con i tirapiedi di sinistra e con Mastella. Perche' poi quando vanno da soli, Mastella e la sinistra, accade questo: la sinistra e' fuori dai parlamento italiano ed europeo, Mastella puttaneggia, si vende al primo offerente e entra non importa dove, in qualsiasi parlamento, in qualsiasi consiglio comunale.

Che dovrebbe fare il PD? Osare. Quando sei nella merda non inventi una tattica, dai un colpo di reni e tenti di sollevarti. Agganciare Di Pietro. Sfruttare le facce nuove, che ci sono e prepotentemente salgono alla ribalta, nonostante i ripetuti tentativi dei vecchi pallidi e spettrali Fassino, D'Alema, Marini, Rutelli, sempre gli stessi da 20 anni, di soffocarne la crescita: Debora Serracchiani, Luigi De Magistris, Ignazio Marino, Sonia Alfano, Concita De Gregorio, facce nuove, gente piena di energia e entusiasmo, capace di ascoltare, elaborare e sintonizzarsi sui temi che appassionano i cittadini, gente che ha carisma come Beppe Grillo. E invece, dopo la batosta delle elezioni, qual e' il primo pensiero dei vecchi idioti? L'incomprensibile referendum sulla legge elettorale, mentre gli italiani sono ancora sotto choc per la vicenda di Eluana Englaro e non capiscono perche' in alcune parti d'Italia l'acqua e' stata privatizzata e ci sono societa' per azioni che ci fanno profitti. Con l'acqua, uno dei beni primari dell'uomo: "mangiare, bere, dormire e l'amicizia", come sosteneva Epicuro.

venerdì 5 giugno 2009

Senza Sperare nel Times


Ieri terminava la campagna elettorale anche qui in Belgio. Elezioni europee e amministrative, esattamente come in Italia. Zappeggiavo col telecomando fra i canali tv belgi, c'erano solo dibattiti politici. Si parlava un po' di tutto. Il panorama politico belga e' piuttosto frammentato, saranno una decina di partiti, da moltiplicare per due visto che ogni comunita' linguistica ha diritto al suo partito. E cosi' ci sono un partito socialista francofono e uno fiammingo, un partito dei verdi francofono e uno fiammingo e cosi' via.

Si parlava di tutto. Trattato di Lisbona. Budget dell'Unione Europea. Utilizzo dei Fondi Europei in una regione svantaggiata come l'Hainaut. Si dibatteva. Cinque, sei esponenti intorno a una tavola rotonda, il conduttore (poco piu' che un ragazzo) che modera. Democristiani di qua, liberali di la', quelli sono favorevoli, questi sono contrari. Cosa faresti tu, cosa farei io. Il tono della voce puo' essere calmo, retorico, aggressivo, ragionevole, orgoglioso. I punti di vista possono essere i piu' disparati. Nessuno cerca di azzannare l'altro provando a sottometterne il punto di vista urlando piu' forte. Bizzarro.

Su un altro canale, i due principali candidati sindaci a Bruxelles, faccia a faccia. Domanda: "i verdi dicono che bisognerebbe limitare l'invasione della pubblicita' sui mezzi di trasporto pubblici a Bruxelles, cosa ne pensa?" Risposta del liberale: "no, io sono favorevole alla pubblicita', ci mancherebbe". Risposta del socialista: "certo, non dev'esserci un'invasione di cattivo gusto, ma io non limiterei la pubblicita'". Domanda: "cosa ne pensa del raddoppio della capacita' del Ring?" - il Ring circonda Bruxelles e sarebbe l'equivalente del Grande Raccordo Anulare. Il liberale: "sono favorevole, bisogna decongestionare il traffico". Il socialista: "costa troppo, cerchiamo di rafforzare il trasporto pubblico".

E avanti cosi'. Che noia mortale.

Dall'altra parte, su RaiDue, la giostra. Una megera senza denti e dal trucco inguardabile intervista il nostro caro vecchio sporcaccione di primo ministro. Che delizia. "Il compleanno di Noemi Letizia?" "Ci tornerei". "Kaka' al Real Madrid?" "Lunedi' ne parliamo". E cosi' via. Su tutto il resto c'e' il segreto di stato.

Nessun contraddittorio. Nessun confronto. Nessuna tavola rotonda con Pannella, Franceschini, Di Pietro, Berlusconi e Bossi, e un giovane giornalista che gli porga le domande e li faccia dibattere. Niente di niente. Berlusconi che dice "tutti i precedenti governi della Repubblica non sono riusciti a fare il 40% di quello che il mio governo ha gia' fatto in un anno". Nessuno che controlli questa boiata e gli controbatta "guardi che non e' il 40% e' il 42%" - e lui che risponde "io non ho mai detto 40%" e l'altro "no l'ho sentito io 40% ed e' anche registrato" e lui "sara' anche registrato ma e' un complotto della sinistra e chiunque nel mondo dica che io ho detto 40% lo querelo" e cosi' via...

Allora che fanno in Italia, aspettano tempi migliori? Ma i tempi migliori ci sono gia', appena fuori dall'Italia. Allora aspettano semplicemente che questo disumano viagra-addicted si levi dai coglioni e poi agganceranno il resto del mondo in scioltezza. Fosse cosi' semplice. Non hanno capito che il Deus-ex-Machina esiste solo nelle tragedie greche: sono loro che devono levarselo dai coglioni, con le loro forze, senza sperare nelle spintarelle quotidiane di Times e El Pais.

giovedì 4 giugno 2009

Non Dimenticare di Leggere il New York Times

Ormai per informarsi su quello che accade in Italia bisogna fare affidamento sulla stampa estera. In teoria non ci sarebbe niente di male: e' sempre un bene dare un'occhiata alla stampa estera, per avere un'idea su come vedono l'Italia e come interpretano i fatti italiani, per non essere impreparati in contesti internazionali. Il problema nasce quando l'informazione italiana non da' certe notizie e uno deve cercarsele sul New York Times. Se poi la notizia e' che esiste un'organizzazione che propone Berlusconi come Premio Nobel per la Pace, be' si capisce subito che il tono con il quale il NYT da' tale notizia e' di beffa, l'atteggiamento e' pienamente distaccato e quello che manca e' il senso critico che uno vorrebbe trovare sviluppato nell'equivalente articolo su un giornale italiano.

Da una parte hai la stampa estera (anzi, il giornale forse piu' prestigioso al mondo) che ti sbeffeggia il primo ministro, dall'altro il rassegnato silenzio della stampa interna, che si traduce in assenza di senso critico, che si somma ad altre assenze, che sommate in 15 anni fanno quello che e' sotto gli occhi di tutti: un paese rassegnato a essere governato da un incapace assetato di potere, un paese che, senza piu' stimoli a esercitare la ragione, la critica, il cervello, si crede incapace di proporre qualcosa di meglio del berlusconismo. Colpa della classe politica, degli intellettuali, degli imprenditori, per non parlare dell'opposizione politica: tutti allineati su questa posizione di rassegnazione.

Berlusconi Nobel per la Pace "per il suo contributo decisivo nella soluzione del conflitto fra Russia e Georgia del 2008". Che ridere. Prima cosa, andare sul sito internet, guardare chi sono i supporter dell'iniziativa: mi piacerebbe sapere quanti di loro sanno dov'e' collocata geograficamente la Georgia e perche' scoppio' la guerra nel 2008, quanto duro' e come si concluse.

Berlusconi Nobel per la Pace. Dovrebbero vergognarsi. Merde e non solo merde, ma anche vendute. Un tycoon sex-addicted, avido di potere, che si e' comprato il governo della nazione a suon di miliardi, riducendo all'impotenza mediatica i suoi oppositori, e in soli 15 anni ha impoverito drammaticamente l'economia della nazione, altro che Nobel per la Pace, il Nobel per l'Economia meriterebbe: dovrebbe essere studiato in tutte le universita' del mondo: un limpido esempio di come NON si governa una nazione, un chiaro esempio da evitare.

Io la mia parte la faccio. Mando una mail agli
organizzatori dell'iniziativa, invitandoli a vergognarsi in eterno.