Piu' ti circondi di zoccole, piu' sei ricattabile. Questa elementare considerazione che ogni uomo fa, nella vita, almeno una volta, non ha mai sfiorato il vecchio sporcaccione rincoglionito che governa l'Italia. Ogni uomo, in quelle circostanze, decide se cedere e quindi avventurarsi, circondarsi di amanti piu' o meno clandestine e mettere in pericolo tutte le altre relazioni sociali che intrattiene alla luce del sole, oppure resistere e quindi sacrificare l'ormone perche' la famiglia, la professione, la vita sociale hanno piu' valore. Evidentemente il vecchio sporcaccione non l'ha mai imparata questa lezione, persino da ragazzino non ci ha mai saputo fare con le ragazze, non s'e' mai curato di capire come funziona fra uomo e donna, ha sempre pagato tutto, concessioni di frequenze pubbliche, sentenze, avvocati, donne, professionisti, campioni di calcio. Sempre pagato. Mai conquistato.
Arriva poi il momento che, accumulate talmente tante storielle con tante troiette, qualcuna delle troiette ti frega. E con lui si sono accanite tutte nello stesso momento. Sua moglie, in primo luogo. Poi la novella diciottenne di Casoria Noemi Letizia, capitata a capodanno scorso a Villa Certosa in mezzo a un mucchio selvaggio di ragazze alle quali veniva concesso di fare shopping con la carta di credito del primo ministro con un limite di 2000euro di spesa a testa; tutte le ragazze che d'estate a Villa Certosa prendono il sole sul motoscafo personale di Berlusconi, Magnum 70, scortate a largo da una pilotina dei Carabinieri, pagata con soldi pubblici; la ragazza ex-col-dito-puntato di RaiUno, Virginia Saint Just, con tutti i sontuosi doni ottenuti inspiegabilmente da Berlusconi; l'evanescente Elisa Alloro che scrive un instant book "Noi, le ragazze di Silvio", illustrandone inconsapevolmente l'estrema e spinta vuotaggine cerebrale; Sabina Began, anche detta l'ape regina, reclutatrice di donzelle per le private feste del boss; le promesse candidate alle elezioni europee, come Chiara Sgarbossa e Emanuela Romano, il cui padre ha minacciato di darsi fuoco davanti a Palazzo Grazioli per la mancata candidatura; questa settimana e' il turno della barese Patrizia D’Addario, che si fa invitare a palazzo per i soliti 2000 euro e registra le conversazioni con Berlusconi. Una marea che sembra non avere fine.
Comunque, come non immaginarlo che la rovina di Berlusconi sarebbe passata per Giovinazzo, la mia hometown, prima o poi? Questo imprenditore barese molto glamour e internescional, Gianpaolo Tarantini, un maneggione di 35 anni con ovvi intrallazzi a alto livello nella politica che (ahime') conta, affitta per 100mila euro al mese un villone a Porto Rotondo, quindi e' vicino di casa di Berlusconi, oltre a possedere la "lussuosa dimora di Giovinazzo, a nord di Bari, tre piani pieni di opere d'arte, personale di servizio filippino", come spiega Repubblica. Conosce Berlusconi, apparentemente gli ha fatto provvista di vagonate di figa per feste a Palazzo Grazioli o a Villa Certosa.
Si leggono sconfortati, debilitati commenti di intellettuali finora defilati, dormienti per anni, oggi all'improvviso desti e spaventati dal pericolo di "assuefazione e rassegnazione" degli italiani alle porcate di Berlusconi. Dispiace dirlo, ma gli italiani sono assuefatti e rassegnati da 15 anni. Il rischio e' un altro: che la convivenza, per un tempo fisiologicamente eccessivo, con una democrazia-cadavere che marcisce e s'imputridisce da 15 anni, si trasformi in contagio disastroso, epidemia irreversibile.
E' come se gli italiani vivessero, senza accorgersene, con un cancro nel corpo che gli sta avvelenando l'esistenza, s'ingrossa da tempo, contaminando e divorando le cellule sane: quando l'infezione esplodera', curarla sara' uno choc. Immaginiamo una terapia d'urto in tre punti, che abbia inizio oggi.
Primo. Se da un giorno all'altro il TG1 fosse diretto da Marco Travaglio, gli italiani sarebbero sconvolti dai racconti del marcio che s'e' impadronito dello Stato: travolti da una mole schiacciante di notizie oggi maldestramente censurate sarebbero avvolti da una sensazione di vuoto, di sporco, di oppressione, repulsione, penserebbero quanti anni sprecati e quanto disgusto per tutti questi anni. Un TG1 veritiero nell'Italia di oggi fiaccherebbe le capacita' mentali di chiunque, indurrebbe a un pessimismo senza ritorno.
Secondo. Se da un giorno all'altro un governo sano di mente decidesse di recuperare il terreno perso nei confronti degli altri grandi paesi industrializzati e investisse nella ricerca e nelle nuove tecnologie, scoprirebbe di non avere ricercatori, progettisti e tecnici sufficienti per far fronte agli investimenti: sono tutti fuggiti all'estero.
Terzo. Ancora, se lo Stato all'improvviso decidesse di sgominare completamente le mafie, a livello militare e a livello politico, scoprirebbe di non avere sufficienti mezzi esecutivi, pochi magistrati, pochi poliziotti per fare le indagini su un fenomeno che e' ormai divorante e pervasivo, poche auto per le operazioni speciali, pochi posti nelle carceri, infine pochi volenterosi cittadini aspiranti politici per sostituire quelli corrotti e implicati con le varie mafie.
La cura, in sostanza, sarebbe impossibile. L'ostacolo insormontabile, oggi, non e' fronteggiare la rassegnazione al berlusconismo. Il problema e' prepararsi agli effetti catastrofici del marcio dilagante che da 15 anni si fa sistema e legge nel paese e non puo' essere curato.
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