martedì 30 giugno 2009

Abbasso la Rai!


Viva la RAI! Era il 1982, anno controverso, l'Italia vinceva il Mundial con Zoff, Gentile, Cabrini, e Roberto Calvi veniva trovato impiccato sotto un ponte sul Tamigi a Londra e Renato Zero, secco come un'acciuga a quei tempi e con una zazzerona di capelli nerissimi, cantava questa canzone: Viva la RAI! Ci fa crescere sani! Viva la RAI!

E' il 2009. Vivo all'estero da 5 anni. Alle citta' nord-europee manca qualcosa che in Italia ha reso selvaggio e inguardabile il paesaggio urbano: le antenne. Perche' mancano le antenne sui tetti delle maison bruxellesi? Perche' la diffusione televisiva usa la tecnologia via cavo, anziche' l'etere. Le citta' non sono infestate di antenne e il cavo ha una capacita' di trasmissione almeno dieci volte superiore rispetto all'etere: significa che da decenni in Nord-Europa l'offerta televisiva ammonta a un centinaio di canali. In Belgio, non sapendo che fare con tutti questi canali, trasmettono i canali belgi, che gia' sono sdoppiati (francofoni e fiamminghi) e una selezione di canali dal mondo: CNN, BBC, Disney Channel, EuroNews, tv francese, tv tedesca, spagnola, olandese, turca e, dulcis in fundo, i tre canali RAI italiani. Offerta ricca, che ha favorito la diffusione dell'inglese, anche perche' i film americani e inglesi vengono trasmessi in lingua originale con sottotitoli. A confronto, l'Italia e' ferma al medioevo.

Viva la RAI! Che e' l'immagine dell'Italia piu' immediatamente visibile all'estero, immediatamente nel senso che sfiori il telecomando e si apre una finestra sull'Italia di oggi. Mi astengo, naturalmente, dal commentare che odore ha quella sostanza impalpabile trasmessa da quella finestra a telespettatori del Nord-Europa. Mi astengo perche', mentre in Italia l'alternativa alla RAI e' il trittico di canali Mediaset, che hanno lo stesso odore ma due volte piu' forte, qui in Belgio quando la trasmissione RAI fa schifo c'e' sempre un'alternativa europea, quindi in teoria non avrei motivo per lagnarmi. In pratica poi, se non ci penso io a criticare la qualita' delle emissioni RAI ci pensano gli europei che mi circondano, che la RAI la guardano, curiosi, e non ci capiscono una beata mazza ma comunque ci si fa grasse risate perche' l'apertura di cosce delle ballerine fa parte del linguaggio universale, ma stranamente c'e' una sola tv nell'universo che la trasmette, in fascia pro-tetta e in fascia pro-culo: la RAI.

Non posso astenermi invece dal biasimare l'incomprensibile policy oscurantista della RAI all'estero. Mamma RAI, non ti abbandona mai! Se no guai! cantava Renato Zero. Sara' vero? Domenica scorsa, in prima serata, tutti e tre i canali RAI erano oscurati. Caso unico al mondo. Rai1 trasmetteva la partita di calcio, finale di Confederation Cup; Rai2 trasmetteva il film del 2003 Down with love con Renée Zellweger e Ewan McGregor; Rai3 trasmetteva il film del 1955 Caccia al ladro di Alfred Hitchcock con Cary Grant e Grace Kelly. Tutto oscurato. Tre canali su tre. Tutto trasmesso in Italia, tutto impossibile da vedere all'estero. Nessuna emissione televisiva al mondo pone cosi' tante restrizioni non solo sui programmi che produce (la partita di calcio) ma anche sui diritti d'autore che acquista e replica a prezzo piu' o meno caro, e non fa differenza se il film e' del 2003 o del 1955, di Hitchcock o di uno sconosciuto. La logica di questo criterio oscurantista e' vergognosamente incomprensibile.

Si capisce bene, invece, un dettaglio elementare: la RAI e' il broadcast televisivo europeo con il maggior numero di dipendenti. Piu' della BBC, piu' della tv francese, piu' di tutte. Quando devi pagare 13.248 dipendenti e 43mila collaboratori, cerchi di raschiare il fondo del barile e imponi prezzi assurdamente alti, per esempio, sulle trasmissioni all'estero. I broadcast esteri, fossero scemi, non accettano quei prezzi. Quindi tu, RAI, ti tieni le migliaia di dipendenti, non incassi i diritti dalle trasmissioni all'estero, risultato: ti fai aiutare dallo stato, cioe' fai pagare piu' tasse agli italiani. E non ti sputano in faccia, RAI?

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