venerdì 27 novembre 2009

Meglio Le Monde


In settimana si e' saputo che la Ferrero, in combinazione con gli americani di Hershey's, starebbe per fare un'offerta di acquisto alla Cadbury, la marca di cioccolato inglese piu' popolare. Questo, dopo che Kraft ha fallito, qualche mese fa, nello stesso tentativo.

Sarebbe una svolta per Ferrero, talmente radicata in una solida cultura industriale che non e' nemmeno quotata in borsa e non e' mai stata protagonista di cronache finanziarie. Sempre concentrata sul prestigio del marchio e del prodotto. Ma il mondo cambia, le generazioni anche. Il vecchio Michele Ferrero, l'uomo piu' ricco d'Italia, forse non avrebbe preso l'iniziativa ma da tempo ha passato la mano ai figli Pietro e Giovanni, piu' internazionali e al passo coi tempi.

Ai giornali non e' sfuggita la notizia. Interpretazioni diverse, come si puo' immaginare, da parte del Guardian (approccio stile wrong or right, my country), e da parte di Le Monde (aplomb francese).

Al di la' delle considerazioni di opportunita' economica e finanziaria, come vedono i due giornali il marchio italiano? Guardian: "e' l'approvvigionatore di perfette piramidi di cioccolatini amati, negli spot, dall'ambasciatore e dai suoi ospiti". Ferrero l'approvvigionatore. Mai descrizione fu piu' piovosa, come la fredda Londra. "Il Ferrero Rocher fu introdotto nel 1982 ed e' meglio noto per la sua campagna pubblicitaria che per il piccolo, sferico cioccolatino incrostato di noccioline". Sara' meglio noto a lui, cronista dal grossolano palato (avra' mai assaggiato un Rondnoir?). E anche un po' recidivo, visto che riprende, dopo "la Ferrero e' meglio nota in Gran Bretagna per i suoi Ferrero Rocher, famosi per gli spot nei quali vengono dichiarati un'istituzione ai ricevimenti degli ambasciatori". Se proprio vogliamo dirla tutta la fama del Ferrero Rocher si sovrappone alla fama di Ambrogio, maggior domo dal sorriso tagliente e sinistro, al quale ci si rivolgeva in caso di "languorino", il mitico Ambrogio che ha rivoluzionato il linguaggio di milioni di mogli italiane quando dovevano rivolgersi ai mariti, se assalite da improvvise voglie. Ma tant'e'. Il Guardian era piu' impressionato dagli ambasciatori che da Ambrogio.

Poi, quasi in un'esile nota a margine, che spiega cotanto snobismo, il Guardian riporta che "il 65% delle vendite Ferrero proviene da Germania, Italia e Francia, paesi nei quali la presenza del cioccolato Cadbury e' debole, cosi' la combinazione delle due reti di distribuzione avrebbe un senso logico". Per la miseria, il britannico cronista sta praticamente ammettendo che il cioccolato italiano domina l'intero mercato europeo laddove il cioccolato inglese e' totalmente assente, ma rimarra' con l'eterno dubbio su come possa questo cioccolato "piu' famoso per gli spot che per il gusto" dominare i mercati.

Non molto da dire sull'articolo di Le monde. Ripercorre la storia della Ferrero in modo sintetico e impeccabile, dalla storia del Gianduia, inventato da Pietro Ferrero durante la guerra mondiale, quando il cioccolato scarseggiava e le nocciole abbondavano, fino alla linea Kinder, lanciata nel 1968, alla Nutella, per terminare con il "famoso Ferrero Rocher, comparso nel 1983, cosi' nominato in pio omaggio alla roccia della vergine di Lourdes, dove la moglie di Michele Ferrero conduceva talvolta i dipendenti in pellegrinaggio". Sara' vero? Gola e fede. Un intreccio mooolto francese.

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