giovedì 19 novembre 2009

Tony Barber nel Paese delle Meraviglie


E' sorpreso, il candido Tony Barber, sul suo
Brussels Blog su Financial Times, a vedere come Massimo D'Alema stia scalando la lista dei candidati alla nomina di ministro degli esteri dell'Unione Europea. A turbarlo di piu' e' il fatto che, pur senza dimostrare eccelse qualita', D'Alema stia avendo successo nella sua scalata sull'onda di un insieme di fosche combinazioni che non fanno onore alla politica dell'Unione Europea.

Ora, D'Alema a me non piace. Per la politica italiana si e' dimostrato piu' volte totalmente inadatto: sara' anche tatticamente geniale ma e' privo di carisma e ha fatto perdere milioni di voti alla sinistra per le sue operazioni opache.

Cos'e' che non piace a Tony Barber, dunque? "Il suo passato comunista", spiega. "Puo' essere inaccettabile agli occhi di paesi una volta inglobati nel blocco sovietico come la Polonia". Ma lui stesso, Tony Barber, inviato per cinque anni in Italia, e' stato testimone del "pragmatismo" di D'Alema, "e delle sue posizioni tutt'altro che estremiste". Gia'. Quel pragmatismo che l'ha portato a promuovere l'opa a debito di Colaninno su Telecom Italia e l'assalto alle banche in compagnia dei furbetti del quartierino avra' anche fatto perdere milioni di voti alla sinistra ma e' lo stesso pragmatismo che ha dimostrato partecipando alla guerra in Kosovo nel 1998, quando si e' guadagnato la credibilita' della comunita' politica internazionale mentre perdeva altri milioni di voti in Italia.

"D'Alema non sara' un fanatico antiamericano", continua Barber, "resta il tipico austero intellettuale di sinistra" e in quanto tale "se dovesse fare critiche agli Stati Uniti in pubblico, l'influenza europea su Washington terminerebbe seduta stante, con gravi recriminazioni da parte dei 27 paesi della UE". Ora, come un bambino a una certa eta' capisce che in pubblico non deve dire "culo", D'Alema a 61 anni suonati avra' capito che in pubblico non deve "fare critiche agli Stati Uniti". Che ne pensa Tony Barber? Sono certo che D'Alema sara' un buono e docile angioletto nei confronti degli Stati Uniti. La sinistra in Italia avra' perso un altro milione di voti ma i 27 paesi della UE saranno contenti e D'Alema avra' finalmente il curriculum giusto per diventare Presidente della Repubblica Italiana.

"Sarebbe folle per l'Unione Europea avere un ministro degli esteri che non parla inglese. Il suo livello di francese e' quello di un cameriere italiano e il suo inglese e' scarso". Vero, Barber, non c'e' che dire. Esistono i traduttori, pero', e il mestiere di ministro degli esteri non richiede mai dichiarazioni frettolose o improvvisate e discorsi a braccio. L'inglese servirebbe a D'Alema a socializzare coi diplomatici, a proporre "let's have a beer together", niente di piu'. Si chiamasse Berlusconi, sarebbe un vero problema: non saprebbe come raccontare le sue barzellette beote.

E siamo alla boiata principale di Barber: si e' chiesto "ma perche' Berlusconi appoggia D'Alema?". Risposta: "In passato Berlusconi ha fregato D'Alema durante il negoziato per le riforme costituzionali (la famigerata Bicamerale, n.d.b.). Berlusconi deve aver pensato che D'Alema e' potenzialmente capace di auto-distruggersi, nella posizione di ministro degli esteri dell'Unione, come ha gia' dimostrato in passato". Conclusione: "La posizione di Berlusconi sulla scena politica italiana ne uscirebbe rafforzata". Be', al momento l'immagine di Berlusconi e' ammaccata sia in Italia sia all'estero. Diciamo pure che e' alla canna del gas, schiacciato dalle opposizioni interne ed esterne. Appoggiare D'Alema e' verosimilmente un modo per ottenere in cambio qualche grosso grosso favore. D'Alema ha resuscitato Berlusconi dalla morte politica certa gia' due volte. Studiera' di sicuro qualche altra operazione-paracadute.

Infine, la domanda delle domande: "con tutti questi limiti, perche' la stella D'Alema e' in ascesa?" A Francia e Germania non frega niente del posto di ministro degli esteri della UE; la Gran Bretagna sostiene Tony Blair come presidente del consiglio; l'Italia si inserisce in questo vuoto di potere; i socialisti europei sfruttano la candidatura di D'Alema per rafforzare le proprie posizioni. "Tutto molto immorale" commenta Barber. E si domanda: "che fine ha fatto l'idea che le cariche piu' alte in Europa devono essere assegnate ai candidati piu' qualificati?" Mi piacerebbe sapere dove sarebbero questi "candidati piu' qualificati". Peccato che Barber nel paese delle Meraviglie abbia dimenticato di dirlo.

Nessun commento: