martedì 7 luglio 2009

Plan-Canicule, Hittegolfplan

Per iniziativa del Collegio del Sindaco e degli Assessori, il comune di Etterbeek ha adottato un Piano-Canicola al fine di proteggere meglio la sua popolazione in caso di forte caldo. Basito e incredulo ho raccolto dalla cassetta della posta questo foglietto, con tanto di stemma del comune di Etterbeek, nel quale risiedo, intitolato Come affrontare la canicola?

Etterbeek, Belgio. Canicola = 28 gradi. Canicola = due giorni di calduccio seguiti da pazzi orages.

L'Istituto Reale di Meteorologia ha previsto la canicola per tempo e hanno potuto riunirsi, monsieur le bourgmestre e gli assessori, e hanno stilato un testo che non lascia spazio a improvvisazioni. Che si rischia quando fa troppo caldo? Disidratazione, aggravarsi di malattie croniche, crampi, stordimenti, debolezza, insonnia. Che fare, ordunque? Cessare tutte le attivita', rinfrescarsi, riposarsi in un ambiente fresco e bere acqua.

Consigli da seguire. Proteggersi dal caldo. Evitare di uscire nelle ore piu' calde. Se proprio dovete uscire, vestite abiti leggeri e di colori chiari. In casa, restate nelle camere piu' fresche. Se non avete camere fresche in casa, recatevi nei posti pubblici climatizzati: supermercati, cinema, musei. Fate piu' volte la doccia durante la giornata. Bevete piu' possibile. Non bevete alcol.

E non trascurate il pericolo di colpo di calore. Si manifesta con aggressivita' inusuale, pelle calda rossa e secca, mal di testa, nausea, sonnolenza, confusione, convulsioni, perdita di coscienza, pericolo di morte. A 28 gradi.

Mi viene in mente quel pomeriggio di Agosto, a Siracusa, c'erano 46 gradi e trovammo riparo nell'Orecchio di Dionisio, guardare la pietra bianca dell'anfiteatro incendiava gli occhi. O quell'altro pomeriggio di Agosto, 7 chilometri a piedi nelle campagne da Maglie a Melpignano, infestate da cani randagi, per raggiungere la Notte della Taranta, di domenica, 42 gradi, non c'erano treni, non c'erano bus, facemmo il carico d'acqua a una fontana alla periferia di Maglie, non per berla ma per scolarcela in testa durante la camminata e vederla evaporare.

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